Il parere di Liferay

Risponde Andrea Diazzi, Business Development Manager di Liferay Italia, Grecia, Cipro e Israele

Autore: Redazione ImpresaCity

In base alla vostra esperienza sul mercato, come pensate abbia reagito la PA al repentino mutamento di scenario?
In base alla nostra esperienza, abbiamo potuto notare come le reazioni siano state diverse, in base al legame delle attività offerte dai singoli enti. Chi si occupa e offre servizi legati direttamente alla questione sanitaria ha dovuto rispondere in modo molto più veloce alla situazione, provvedendo ad aumentare le capacità e incrementare e scalare le infrastrutture IT, per permettere una gestione adeguata dei picchi di traffico, mai visti finora, dovuti all’emergenza.

Le organizzazioni collegate invece indirettamente alla pandemia – il mondo della scuola, del lavoro e dei servizi al cittadino – hanno subìto un’accelerazione immediata dei progetti per riuscire a garantire una nuova offerta digitale e un livello di servizio efficiente. Pensiamo per esempio all’evoluzione della didattica, che si è dovuta trasformare immediatamente, con lezioni online per tutti gli istituti scolastici, o alla gestione delle richieste di bonus statali o di cassa integrazione per migliaia di aziende.

Quali vedete come sfide prioritarie per la Pubblica Amministrazione centrale e locale per il 2021?
La Pubblica Amministrazione, sia centrale sia locale, dovrà affrontare alcune sfide significative nei prossimi mesi per riuscire a migliorare le proprie attività e servizi. In primo luogo, sarà necessario elevare il livello di customer experience finora offerto nel settore pubblico – che possiamo definire citizen experience – affinché raggiunga la qualità garantita dal settore privato. Sarà inoltre necessario lavorare per migliorare l’efficienza interna dei dipendenti, mettendo loro a disposizione tutte le tecnologie e gli strumenti affinché possano operare in modo fluido, agile, con un accesso veloce e user-friendly a tool performanti.

Il cloud computing, considerato un abilitatore e acceleratore dei processi digitali, avrà probabilmente un’adozione più complessa da parte della PA, a causa anche dei rallentamenti creati da gare pubbliche e processi di approvazione ancora troppo lunghi e macchinosi, che spesso rappresentano un collo di bottiglia per l’innovazione.

Quali sono i principali elementi che possono differenziare nel nuovo scenario le esigenze della PA rispetto al comparto privato? 
Nonostante si parli di due settori differenti, le sfide da affrontare stanno diventando sempre più simili e convergenti, semplicemente con un’audience differente. Se nel settore privato, le necessità principali sono legate al rendere più efficienti le vendite e le relazioni B2B, alla generazione di nuova domanda e alla costante fidelizzazione dei clienti, il settore pubblico deve lavorare per migliorare in modo costante la propria offerta di servizi ed essere così in grado di soddisfare chi ne usufruisce, i cittadini, garantendo una citizen experience fluida, con servizi digitali rapidi e intuitivi, che consentano agli utenti di portare a termine ogni richiesta in tempi brevi e soprattutto con successo. Creare anche nel settore pubblico esperienze che rispecchino quelle private sarà un passo fondamentale nella trasformazione digitale della PA.
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