Obiettivo PMI italiane

Come rivolgersi a cinque milioni di clienti. Sembra quasi un luogo comune, ma è la realtà: le Piccole e Medie Imprese costituiscono veramente l’ossatura dell’economia italiana. Se ne contano più di cinque milioni, e si tratta di altrettanti clienti per i vendor IT, che non possono permettersi di trascurare un mercato così vasto.

Autore: Edoardo Bellocchi

Sembra quasi un luogo comune, ma è la realtà: le Piccole e Medie Imprese costituiscono veramente l’ossatura dell’economia italiana. Se ne contano più di cinque milioni, e si tratta di altrettanti clienti per i vendor IT, che non possono permettersi di trascurare un mercato così vasto.

Ma per certi versi si tratta anche di clienti “difficili”: se le PMI sono caratterizzate da peculiarità specifiche, è anche vero che si trovano a doversi misurare con la trasformazione digitale allo stesso modo delle aziende più grandi.
 

Inquadrare le priorità

Ma quali tecnologie cercano oggi le Piccole e Medie Imprese italiane? Rispondere a questa domanda richiede innanzitutto di inquadrare le priorità delle PMI quando si parla di trasformazione digitale. Al riguardo, Diego Pandolfi, Research and Consulting Manager di IDC Italia, rileva che “le PMI italiane sono focalizzate sul miglioramento della soddisfazione e della fidelizzazione dei clienti e sulla riduzione dei costi aziendali”, spiegando inoltre che “l’ingresso in nuovi mercati continua a rappresentare una priorità importante come leva competitiva strategica, con la possibilità di rafforzare e valorizzare il loro posizionamento: in quest'ambito è forte l'attenzione verso finanziamenti e i fondi nazionali o regionali volti a favorire l’internazionalizzazione, che rappresentano un valido supporto agli ingenti sforzi, soprattutto economici, che le aziende di dimensioni minori devono sostenere”.

Focus di investimento

Non solo: le PMI saranno “sempre più focalizzate sull’automazione e sull’ottimizzazione dei processi, mentre le Micro Imprese si concentreranno sul rinnovamento delle infrastrutture”, prosegue Pandolfi, sottolineando che “investiranno soprattutto in Cloud, Sicurezza e Mobilità, quali strumenti essenziali per esplorare nuovi mercati, con la creazione e lancio di nuovi prodotti e servizi digitali, e per ridisegnare i ruoli aziendali e l’organizzazione in modo più strutturato, rendendo più trasparenti i processi. In questo quadro, le sfide principali riguardano la necessità di introdurre percorsi e programmi di formazione interna e gli impatti sui costi di un maggiore ricorso a consulenti esterni non solo sul fronte ICT, ma anche su quello dell'organizzazione”. 

Esigenze differenziate

Andando a esaminare più da vicino i principali elementi che differenziano le esigenze delle PMI rispetto a quelle delle aziende più grandi, Diego Pandolfi di IDC Italia fa notare che “le differenze tra imprese con più di 50 addetti e PMI, ovvero quelle con meno di 50 addetti, derivano dai diversi livelli di maturità tecnologica e di investimento raggiunti negli scorsi anni da parte delle aziende italiane”.

Se infatti le realtà di maggiori dimensioni hanno “già effettuato importanti progetti di continuità operativa, di automazione e di rinnovo delle infrastrutture, ora si concentrano maggiormente nelle aree della sicurezza e della ricerca di maggiori efficienze, le imprese di minori dimensioni si trovano invece a dover affrontare il rinnovo delle dotazioni ICT e di introdurre una maggiore automazione dei processi: questo riguarda soprattutto le aziende appartenenti alle filiere industriali e dei servizi”, prosegue Pandolfi.
 

Ma gli elementi di differenziazione riguardano anche gli ambiti del lavoro e delle competenze: “il tema delle competenze è da anni al centro del dibattito sulla complessità di realizzazione delle iniziative di Trasformazione Digitale”, sottolinea Pandolfi, spiegando che “la carenza di professionisti ICT è infatti spesso causa di ritardi nella realizzazione dei progetti di innovazione o nel rilascio di nuovi prodotti e servizi, con possibili impatti negativi anche in termini di perdita di ricavi e minore capacità di competere sul mercato”.

Per affrontare questo problema, “mentre le grandi imprese puntano maggiormente su programmi di formazione interna, di upskilling e reskilling, le PMI decidono di fare un ricorso maggiore a fornitori esterni, outsourcer e società specializzate che possano fornire loro i professionisti e le competenze necessarie”, evidenzia Pandolfi.
 

La parola ai vendor

Per quanto infine riguarda le modalità di approccio da parte dei vendor, Daniela Rao, Senior Research and Consulting Director di IDC Italia, fa notare che “le PMI potrebbero non disporre della ricchezza di informazioni e capitali che sono più tipici delle grandi imprese quando si tratta di comprendere le diverse soluzioni e servizi tecnologici offerti. Tuttavia, comprendono appieno l'importanza della trasformazione digitale, nei confronti della quale hanno obiettivi simili a quelli delle grandi imprese nella trasformazione digitale, e tendono a preferire soluzioni ‘preconfezionate’ che soddisfano le esigenze quotidiane delle loro attività”.

È anche in ragione di questo che “le PMI, in misura prevalente rispetto alle grandi aziende, necessitano di fornitori ICT e partner per l'innovazione che siano anche in grado di colmare gli skill gap interni dovuti a una carenza di profili professionali in grado di supportarle nelle iniziative di trasformazione digitale e di innovazione. Sarà importante, quindi, per interfacciarsi con loro comprendere le loro reali esigenze e carenze interne in modo da essere in grado di colmarle”, conclude Pandolfi.
 

Di seguito, all'interno di questo Speciale, le risposte dei vendor alle nostre tre domande 
1 - Come sta evolvendo la domanda delle Piccole e Medie Imprese per quanto riguarda le esigenze dettate dalla trasformazione digitale? 
2 - Quali sono i principali elementi, se vi sono, che differenziano le esigenze delle PMI rispetto a quelle delle aziende più grandi? 
3 - Come interfacciarsi al meglio con le PMI nell’azione sul mercato? 
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Obiettivo PMI Italiane

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