Il parere di SB Italia

Risponde Massimo Missaglia, Amministratore Delegato di SB Italia

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Quanto ritenete strategico il ruolo del System Integrator nelle scelte di digitalizzazione delle imprese clienti?
La digitalizzazione delle aziende costituisce ora più che mai una necessità imprescindibile, un percorso che va fatto in tempi veloci con garanzia di successo. Servono sia competenze tecnologiche su un ampio numero di tecnologie e soluzioni, competenze difficilmente reperibili in toto all’interno di un’azienda, sia comprensione dei processi. Un mix che comprende la messa in campo di competenze legate al mondo dell’architettura e a quello delle applicazioni, la conoscenza dei processi e delle metodologie e, non da ultimo, la capacità di comprensione: il system integrator per sua natura e missione sviluppa competenze diversificate e rappresenta un partner ideale, in grado di accompagnare le diverse realtà attraverso il proprio, personale, percorso di digitalizzazione.  

Nell’emergenza Coronavirus per molte aziende italiane non è stato facile mantenere una continuità operativa. In generale, come giudicate il rapporto delle aziende italiane con la business continuity e in che modo un system integrator può aiutarle ad affrontarla?
In questa situazione di emergenza, molte aziende hanno avuto la necessità di mettere i propri dipendenti e collaboratori in smart working, ovvero di farli lavorare da casa. Ma l’azienda, non i singoli, è davvero in grado di lavorare in digitale? Se i processi sono rimasti analogici, si può affermare di avere la forza lavoro in smart working, ma non si può dire che l’azienda lo sia nel suo complesso. Qualche esempio: la possibilità di approvare e firmare digitalmente, di poter accedere a tutte le informazioni aziendali, pensate e strutturate native digitali, un solido sistema di controllo, di tracking e di protezione dei dati aziendali. Sono tutti elementi per poter dire che l’azienda sta lavorando in digitale o in smart working, come diciamo in questi giorni.

Credo che se da un lato molte aziende sono state in grado di reagire e far lavorare da casa molte persone, non molte si possano definire davvero digitali.
 Per quanto riguarda “business continuity” nell’accezione IT, questa è normalmente intesa come ridondanza completa, in modo tale che anche la caduta di un server possa essere gestita senza neppure che l’utente se ne accorga - perché il server ridondato prende il posto di quello caduto; è un tema legato al mondo dell’infrastruttura tecnologica. Se la domanda è quante aziende sono strutturate per gestire le loro applicazioni in business continuity, la risposta è: poche. Ma a mio avviso anche a ragione, perché non è spesso necessaria.

La business continuity è un tema slegato dallo smart working: serve anche per chi lavora in ufficio e trascende il momento storico che stiamo vivendo. È un tema che va affrontato avendo ben chiare le logiche costo – beneficio, perché parliamo di costi importanti. Esistono processi che non è necessario mettere in business continuity - al limite ci si impiega qualche minuto in più per accedere al dato, basta che ci sia un backup frequente e un disaster recovery ben strutturato. Al contrario, ci sono alcune applicazioni che non si possono fermare mai: pensiamo ai sistemi di controllo dei processi ospedalieri, ai processi industriali continui, della catena del freddo delle industrie alimentari, e così via. Un partner di valore anche in questo ambito lavora a fianco del cliente, per aiutare l’azienda a capire per quali processi non è consentita neanche la perdita di un paio di minuti di continuità e a trovare soluzioni meno costose e impegnative per tutte le altre applicazioni.
  


In quali modi un system integrator riesce ad affiancare e completare le proposizioni dei diversi vendor?
Il vendor per definizione è il massimo esperto della sua tecnologia, il system integrator integra per sua natura competenze diverse su più tecnologie. Il system integrator si pone come un elemento di collegamento tra tecnologia, processo e realtà del cliente. Dispone di una vista “orizzontale” e allargata, conosce più soluzioni che possono risolvere l’esigenza ed è in grado di indirizzare il cliente a scegliere quella ottimale nello specifico momento valutando pro e contro sia tecnologici sia economici.
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