I system integrator alla guida della digitalizzazione

Nel complesso mondo IT, uno dei ruoli più cruciali è senz’altro quello svolto dai system integrator. Il loro supporto alle imprese di fronte alle potenzialità delle tecnologie e dei nuovi modelli di business si rende costantemente indispensabile, anche in ragione delle numerose opzioni tecnologiche offerte dalla trasformazione digitale.

Autore: Edoardo Bellocchi

Nel complesso mondo IT, uno dei ruoli più cruciali è senz’altro quello svolto dai system integrator. Il loro supporto alle imprese di fronte alle potenzialità delle tecnologie e dei nuovi modelli di business si rende costantemente indispensabile, anche in ragione delle numerose opzioni tecnologiche offerte dalla trasformazione digitale. E pure in questo periodo di emergenza dovuto al Covid-19 il ruolo dei system integrator si sta dimostrando insostituibile, per poter supportare le imprese anche nelle scelte di carattere tattico per far fronte alla situazione eccezionale che si è venuta a creare.  

Ruolo importante

Ma fino a che punto il ruolo dei System Integrator, che nel passato anche recente è stato forse messo in secondo piano, sta ridiventando sempre più importante? Impresa City ha voluto fare una ricognizione a tutto campo dello stato attuale, interpellando alcuni protagonisti del mercato, e verificando anche il parere degli analisti di mercato.

È
Sergio Patano, Associate Research Director di IDC Italia, a esordire spiegando che “in tempi in cui la trasformazione digitale impone un ripensamento drastico del modo in cui l'IT deve essere fruito, le aziende hanno la necessità di ridisegnare la propria infrastruttura e la propria architettura ICT in modo da non vanificare gli investimenti passati ma contemporaneamente cogliere le opportunità che le innovazioni tecnologiche atterrate sul mercato in questi ultimi anni possono portare in termini di velocità, affidabilità, resilienza e sicurezza”.  

Contesto evolutivo

In questo contesto, che IDC definisce “evolutivo e dirompente”, l'infrastruttura è “messa sicuramente sotto pressione come mai prima d'ora: il dipartimento IT di enti e aziende deve ora essere più a supporto del business e meno impegnato nelle attività di implementazione, integrazione e manutenzione. Se ne deduce quindi che un ricorso maggiore a partner esterni diventa quasi inevitabile”, prosegue Patano.

Non a caso, recenti survey condotte da IDC su un campione di oltre 300 rispondenti evidenziano come quasi il 70% dei rispondenti facciano regolarmente ricorso a system integrator per lo sviluppo della propria infrastruttura IT. Si tratta di uno sviluppo che “deve essere effettuato dalle aziende per poter cominciare o proseguire il proprio percorso di trasformazione digitale, che in primis poggia le sue basi sull'adozione di soluzioni cloud in tutte le sue declinazioni, ovvero privato, pubblico, ibrido, multicloud, e in tutti i suoi ambiti, cioè IaaS, SaaS e PaaS, e che per poter portare i risultati attesi deve per forza di cose integrarsi e dialogare a vari livelli con l'infrastruttura tradizionale on-premise”, sottolinea Patano.  

Ma oltre all’infrastruttura, le aziende si trovano oggi necessariamente a dover “ripensare il proprio portfolio applicativo, nell’ottica di una evoluzione dettata dalle nuove necessità di business”, fa notare Sergio Patano, spiegando che questo deve essere fatto, come avviene per l’infrastruttura IT, “senza trascurare l’integrazione del ‘nuovo’ con il ‘vecchio’. Ecco perché, nella scelta del partner cui affidare il proprio percorso evolutivo, le aziende dichiarano che grande importanza è data alla conoscenza delle logiche del proprio verticale e alla capacità di innovare, caratteristica che viene riconosciuta in particolare ai system integrator”.

L’emergenza Covid-19

Il complicato momento derivante dall’emergenza Coronavirus “ha accelerato in un tempo rapido e inaspettato la necessità per le aziende di continuare la propria operatività nella maggioranza dei casi da remoto, attraverso strumenti forniti ai propri dipendenti e l’accesso alle risorse aziendali. Chiaramente, non tutte le aziende erano preparate a uno scenario simile”, sottolinea Diego Pandolfi, Research and Consulting Manager di IDC Italia.

Se, in base a una ricerca condotta da IDC in Italia nella seconda metà del 2019, erano principalmente le grandi aziende, per una quota di circa il 50%, ad aver già implementato iniziative di lavoro agile e di smart working, per le medie e piccole realtà questa percentuale scendeva sotto al 30%.  In sostanza, “solo una piccola azienda su tre era pronta ad affrontare uno scenario ‘obbligato’ di home working: non solo perché tecnologicamente non erano pronte, ma spesso anche per fattori culturali”, commenta Pandolfi, spiegando però che “nonostante questi dati, tecnologie come il cloud sono oggi già ampiamente diffuse anche nelle medie e piccole realtà, e questo ha permesso di mettere in campo in tempi rapidi attività di smart working, superando i limiti derivanti da fattori culturali, che in una situazione di emergenza vengono necessariamente abbattuti”.  

Non solo: “il cloud, in particolare quello pubblico, ha messo le aziende nella condizione di poter accedere a soluzioni di sicurezza quali la business continuity e il disaster recovery, cui prima per ragioni di costi, skill e competenze non potevano accedere. In questo particolare contesto, i partner di canale sono sicuramente in grado di supportare le aziende nei percorsi di scelta, definizione e integrazione di questi servizi particolarmente importanti”, fa notare Pandolfi.

Il rapporto con i vendor

Quanto al rapporto con i vendor, “i system integrator possiedono, storicamente, competenze ampie e diversificate, in grado quindi di traguardare gli ambiti innovativi con la capacità di identificare e ‘verticalizzare’ le soluzioni maggiormente idonee alle esigenze delle aziende”, prosegue Pandolfi, evidenziando che “proprio per questa loro natura, i system integrator non giocano un ruolo importante solo per gli end user, supportandoli nel percorso di evoluzione e integrazione delle nuove tecnologie che caratterizzano questo periodo storico, ma svolgono altresì un ruolo di primaria importanza per i vendor”.  

Più in dettaglio, in un contesto quale quello italiano, caratterizzato da un numero abbastanza esiguo di aziende e istituzioni di grandi o grandissime dimensioni, e da un foltissimo numero di aziende di medio piccole dimensioni, che operano in settori e aree o regioni differenti tra loro, i system integrator hanno “le competenze, tecnologiche e verticali, le conoscenze, degli ambienti infrastrutturali e di sistema in cui operano le aziende, e la prossimità territoriale per fare da collante tra vendor e user”, conclude Diego Pandolfi, spiegando che “non tutti i vendor infatti possono vantare competenze verticali specifiche e adatte alle aziende di piccole e medie dimensioni: per questo motivo gli operatori di canale, e in particolare i system integrator, giocano un ruolo cruciale per riuscire a raggiungere anche quelle realtà che altrimenti non potrebbero targettare con una forza di vendita diretta, perdendo in questo caso una fetta importante di mercato indirizzabile”.

Di seguito, all'interno di questo speciale, le risposte alle nostre tre domande:
1 - Quanto ritenete strategico il ruolo del System Integrator nelle scelte di digitalizzazione delle imprese clienti?

2 - Nell’emergenza Coronavirus per molte aziende italiane non è stato facile mantenere una continuità operativa. In generale, come giudicate il rapporto delle aziende italiane con la business continuity e in che modo un system integrator può aiutarle ad affrontarla?

3 - In quali modi un system integrator riesce ad affiancare e completare le proposizioni dei diversi vendor?
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I System Integrator alla guida della digitalizzazione

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