Red Hat Open Source Day 2019

il futuro del software passa da qui

Red Hat Open Source Day 2019, il futuro del software passa da qui

4.000 persone nelle due tappe (Roma e Milano) dell’evento di riferimento per il mondo Open Source. Linux è lo standard enterprise per l’open hybrid architecture, dorsale infrastrutturale di un mondo in cui applicazioni e workload si muovono senza soluzioni di continuità dall’on premise al cloud nelle sue diverse forme e viceversa. Dall’edge al cloud senza lock in, garantendo sicurezza, performance, scalabilità, automazione e una gestione a tutto tondo

Autore: Barbara Torresani


La 12 edizione del Red Hat Open Source Day, evento di riferimento per il mondo del software aperto enterprise organizzato da Red Hat, quest’anno si svolge nel segno della continuità rispetto alla scorsa edizione: due le tappe – Roma e Milano – superando  i 4.000 partecipanti (2.200 a Roma e 1.800 a Milano) e decretando ancora una volta la bontà del format: un intenso momento di relazione e networking, con un’ampia area espositiva caratterizzata da 41 stand, la presenza di 47 partner, una ricca proposta di sessioni parallele (tenute dal team Red Hat e dai partner tecnologici e di canale su alcuni temi emergenti quali infrastruttura hybrid cloud, cloud native applications & continous innovation, Devops, containers&automation, agile integration, vertical finance & telco, IT optimization, business tools & enterprise monitoring ,…) e una sessione plenaria densa di contenuti.
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Sul palco in apertura c’è Gianni Anguilletti, VP Med Region, Red Hat: a lui il compito di rimarcare la cultura a e gli elementi aziendali fondanti, differenziatori sul mercato, a partire dal coraggio di perseguire obiettivi ambiziosi non solo in termini di innovazione tecnologia ma soprattutto di come questa debba essere messa al servizio dell’evoluzione dell’umanità. Un coraggio corroborato dall’ impegno necessario per operare nel mondo IT, uno dei settori a maggior potenziale per il progresso, con la libertà di perseguire questi obiettivi facendo si che siano le idee migliori ad avere la meglio a prescindere da chi le propone e da dove queste arrivano per liberare il potenziale del mondo - ‘Unlock the world potential‘ come recita uno dei mantra aziendali. Una libertà che deve accompagnarsi a un senso di responsabilità per non trasformarsi in caos e anarchia.anguilletti
Gianni Anguilletti, VP Med Region, Red Hat
E’ aderendo a questi valori che anche negli ultimi 12 mesi dall’ultima edizione il vendor ha raggiunto traguardi significativi, da condividere con la platea: “Red Hat è sempre più considerata come partner di riferimento per un numero crescente di aziende di tutte le dimensioni e di tutti i settori merceologici a cui mette a disposizione un curriculum di tutto rispetto, caratterizzato da completezza in termini di proposizione tecnologica e di servizi a sostegno delle iniziative tecnologie e di business”, sottolinea Anguilletti.
A livello globale vanta un team di 13 mila persone in più di 100 uffici distribuiti in oltre 40 paesi e si avvale di un esteso ecosistema di partner e alleanze: “Red Hat si pone sul mercato come catalizzatore delle comunità Open Source, agendo da trait d’union tra le esigenze dei clienti e la capacità di spinta innovativa espressa appunto dalle comunità stesse”, prosegue. Un ruolo riconosciuto che Red Hat porta avanti continuando a investire in modo significativo lungo le tre direttrici strategiche portanti: copertura e completezza funzionale al fine di offrire un portafoglio di soluzioni e servizi per implementare architetture performanti, scalabili, sicure e sostenibili economicamente, lasciando totale apertura in termini di scelta (verso l’intero stack infrastrutturale o singoli componenti abbinati ad altre tecnologie), in una logica di flessibilità come recita il mantra ‘ogni tipo di applicazione, ogni tipo di workflow – oggi container – su qualsiasi tipo di piattaforma in qualsiasi momento e luogo'.Un modello di successo, come si evince dai 70 trimestri consecutivi di crescita aziendale – nel mondo del software è da considerarsi un record – a sottolineare la bontà del modello di business: “Una crescita costante e continua non può essere solo fortuna”, dicono all’unisono i top manager presenti.
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La tecnologia più recente
Tra le principali novità di prodotto rilasciate nel corso dell’anno, da segnalare l’introduzione della versione 8 di Red Hat Enteprise Linux, arricchita di funzionalità analitiche, predittive e gestionali; sistema operativo per l’impresa intelligente in grado supportare in modo proattivo le iniziative di innovazione tecnologica delle aziende. E ancora: il lancio della versione 4 di Red Hat OpenShit Container Platform, considerata la piattaforma di riferimento per la modernizzazione dello sviluppo applicativo tradizionale e per lo sviluppo di applicazioni di nuova generazione incentrate sui nuovi paradigmi tecnologici come Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Edge Computing, Serveless computing,… Nonché il lancio di Red Hat Ansible Automation Platform per garantire nuovi livelli di automazione al crescere della complessità delle infrastrutture.
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Nella galassia Ibm
Come spiega Anguilletti, da un punto di vista organizzativo lo scorso luglio si è formalizzata ufficialmente l’entrata di Red Hat nella galassia IBM, come anticipato lo scorso anno sul palco, un’operazione del valore di 34 miliardi di dollari: “Una relazione che in concreto vede già il rilascio di tecnologie congiunte e sta portando a sinergie significative che fanno leva da una parte sulla capacità di Red Hat di fungere da catalizzatore di innovazione con competenze relative a processi orizzontali in mercati verticali e dall’altra dalla solidità  e dall’ampiezza di raggio d’azione di IBM. Un binomio che porta a essere sempre più protagonisti delle dinamiche dell’Open Hybrid Cloud con benefici evidenti per coloro che intendono coinvolgere entrambe le aziende,” che altresì enfatizza l’indipendenza e la neutralità di Red Hat: “Continuerà a operare come pianeta dotato di moto proprio, con completa autonomia sia nelle politiche commerciali che di sviluppo prodotto”.
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Il debutto del nuovo country manager italiano
A livello organizzativo un’altra novità riguarda la recente nomina di Rodolfo Falcone nel ruolo di country manager della struttura locale, con l’obiettivo di guidare la filiale verso nuovi orizzonti di crescita e di efficienza. Sul palco un simbolico passaggio di testimone tra Falcone e Anguilletti, quest’ultimo oggi più focalizzato sulle proprie responsabilità a livello internazionale .Da parte sua Falcone si dice pronto ad abbracciare la nuova sfida:Red Hat e l’Open Source sprigionano tutto il valore che viene dall’operare in logica di community: la forza della collaborazione e della contaminazione. E l’essere parte di Ibm non può che fare da detonatore a tutta questa potenza, amplificandone il valore”.falcone
Rodolfo Falcone, Country manager di Red Hat Italia
Tocca a lui fotografare lo stato della filiale italiana, con un team che in un anno è cresciuto di circa il 25%, passando da 161 a 192, di oltre 70 sono ingegneri e sviluppatori, cuore pulsante delle community. Una forza propulsiva che abbinata all’ecosistema di partner sviluppa progetti business critical in tutti i settori merceologici: “Una menzione particolare va al contratto Consip: oggi gran parte delle amministrazioni pubbliche utilizzano soluzioni Red Hat sviluppate con i partner. Non si tratta di un semplice lift & shift ma di veri processi di trasformazione digitale che impattano su numerose amministrazioni, a partire dal Ministero Finanze con Sogei in un progetto di cloud basato su tecnologie a marchio Red Hat”, chiarisce Falcone.
italia
I tre ‘bold goal’ di Red Hat per il futuro del software enterprise
E nel 50esimo anno dallo sbarco sulla Luna, il parallelo fatto da Red Hat si fa audace. Il vendor infatti per disegnare i percorsi futuri con il suo ecosistema di partner guarda all’universo: “Ogni grande sogno ha origine da obiettivi sfidanti e audaci: ambizioni forti come è stato per la conquista dello spazio”, dice Werner Knoblich, Senior VP and General Manager Emea, Red Hat. Negli anni si sono raggiunti sempre traguardi impensabili: “E Red Hat vuole cambiare il mondo del software; non solo con le tecnologie ma anche con le persone in un cammino sempre più collaborativo e partecipativo”, come recita il leit motif dell’evento: “Expand your possibilities, perché è solo in  una logica ‘open’ e di community che è possibile farlo".paulewerner
Paul Cormier, Executive VP and President Products and Technologies e Werner Knoblich, Senior VP and General Manager Emea, Red Hat
Son tre i ‘bold gold’ che caratterizzano il disegno evolutivo di Red Hat su cui l’azienda lavora da anni come raccontato sul palco da Paul Cormier, Executive VP and President Products and Technologies e Craig Muzilla, Senior VP Application Platforms Business, Red Hat, mettendo l’accento sul fatto che Red Hat è l’Enterprise Software Company del settore con un modello di sviluppo Open Source.

Linux, il sistema standard per l’Enterpise
Il primo ‘bold goal’ a cui lavora l’azienda è rendere Linux lo standard dei sistemi operativi enterprise; obiettivo molto ambizioso quando è stato fissato 17-18 anni fa, come racconta Paul Cormier, Mister ‘RHEL’ si potrebbe dire visto che va a lui la trasformazione di Linux  da sistema frammentato di cui esistevano diverse distribuzioni al sistema operativo enterprise di oggi. Con la prima versione  2.1 (le versioni zero non piacciono a nessuno) si sono standardizzate le diverse distribuzioni per arrivare a una metodologia di sviluppo alimentata dalla community; progetti da cui Red Hat crea prodotti aderenti alle esigenze delle aziende. E così, oggi Red Hat Open Source Linux è ‘il sistema operativo’ sicuro e performante ideale per le applicazioni mission e business critical aziendali. Si stima che oggi le attività economiche relative a questo sistema operativo ammontino a oltre 3 trilioni di dollari: è base operativa del 90% dei sistemi delle compagnie aeree, così come del 95% dei sistemi bancari e di trading delle realtà finanziarie (di cui Wall Street è l’esempio più significativo) e, più in generale, del 95% delle aziende Fortune  1000.
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E’ lo standard per il data center del futuro - i supercomputer più veloci girano su esso; fondamenta su cui si basano tutte le tecnologie innovative ed emergenti relative all’infrastruttura (oltre 1 milione di progetti di community) come Cloud, Big Data, Container, Kubernates. E tutto ciò che poggia su esso diventa reale; una piattaforma che da commodity diventa piattaforma di innovazione, in grado di automatizzare i cloud non solo Red Hat, la cui ultima versione (RHEL 8) garantisce performance, sicurezza, capacità di management per ambienti on premise e cloud con innesti di Intelligenza Artificiale; base perfetta per l’hybrid cloud.

Open Hybrid Cloud, l’architettura di default per l’enterprise
E’ questo il secondo ‘bold goal’. Come più volte sottolineato, lo scenario che Red Hat vuole abilitare è quello dell’Open Hybrid Cloud, una visione sempre più consistente che traguarda il futuro. Un futuro in cui applicazioni e workload delle aziende clienti non girare solo on promise o su un unico cloud, ma si muovono senza soluzione di continuità in un ambiente hybrid e multicloud, poggiando e spostandosi indifferentemente da macchine fisiche, virtuali, private cloud o public cloud in  modo fluido e dinamico. Red Hat facilita tutto ciò proponendo uno stack tecnologico consistente fatto di sistema operativo, ambiente di sviluppo, storage, strumenti di gestione, controllo e automazione, in grado di gestire, orchestrare e automatizzare l’intera infrastruttura senza vincoli architetturali.
Da anni Red Hat lavora in questo senso e le più recenti acquisizioni sono state effettuate per costruire questa dorsale per abilitare l’Open Hybrid Cloud, di cui RHEL è la foundation e in cui i container (e i micro servizi) sono le killer app orchestrate da Kubernates per lo sviluppo applicativo cloud native, consentendo la portabilità  da un ambiente all’altro. Un mondo ibrido basato sulla combinazione Linux + containers, che in casa Red Hat si traduce in Rhel + Openshift. Un mondo ibrido in cui risulta fondamentale non cadere negli errori del passato: la logica a silos infatti deve essere superata. “Gli hyperscaler o cloud pubblici rischiano di imbrigliare le aziende clienti, diventando i mainframe della nuova era. Per questo la scelta Red Hat permette di utilizzare i servizi del public cloud senza svantaggi di lock in; una neutralità fortemente apprezzata dai clienti”, dicono i manager.
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Il data center va verso l’hybrid edge
E in questo scenario il terzo obiettivo sfidante per Red Hat è quello di muovere il verso l’edge, la fonte da cui hanno origine i dati: “Il successo della prossima generazione di cloud risiede proprio nella capacità di muoversi verso l’edge, portando la gestione e l’automazione alla fonte. Significa riuscire a connettere, correlare e analizzare i dati del 5G, della guida autonoma, delle smart cities, del retail moderno laddove vengono generati. E’ in quest’ambito che si gioca la prossima sfida dell’hybrid cloud, all’edge che solo in una dimensione ibrida può avere successo". E ancora una volta la risposta Red Hat nasce dalla combinazione di OpenShift con Rhel per processare e gestire al meglio i dati alla fonte.

La trasformazione concreta in salsa open source
Come di consueto, l'evento ha ospitato casi concreti di trasformazione digitale in chiave open source. Numerose infatti le presentazioni di case study sviluppate, veri e propri progetti di digital transformation sia nel settore pubblico che privato in molteplici ambiti merceologici. Tra queste, quelle di Banca Popolare di Sondrio, BrianzAcque, Coopservice, INAIL, Insiel, Poste Italiane, Sia e SNAM (alcune qui nei video, ndr).

In collaborazione con: Intel | Accenture | Cisco | HPE | IBM | Juniper | Microsoft | SAP | Alfresco | Almaviva | Aubay | Bluemind | Couchbase | Darwin Computing | Delphis Informatica | Dyanatrace | Elastic | Esprinet | Eurotech | Extra Red | Extraordy | F5 | Fast Lane | Gway | Kinetikon | Kiratech | Lenovo | Liferay | Maticmind | Molo17 | Open Reply | Par-Tec | Plurimedia | Quadrata | Rios | Seacom | Sinthera | Smc | Sorint | Sourcesense | Spindox | Tech Data | V-Valley | Zabbix | Zeta Cloud | Zextras | Zimbra