Qualche antivirus trascura l'autoprotezione

Av-Test ha verificato quali prodotti contengano le tecnologie Aslr e Dep, che non condizionano l’efficacia dello strumento di sicurezza, ma la rendono più efficace.

Autore: Redazione ImpresaCity

Per proteggere efficacemente un server o una postazione di lavoro, sarebbe utile iniziare dalla sicurezza intrinseca. Da questo assunto, Av-Test è partita per verificare quali suite di sicurezza e protezione contengano le tecnologie Aslr (Address Space Layout Randomisation) e Dep (Data Execution Prevention), che si occupano rispettivamente di proteggere la memoria ed evitare l’esecuzione del codice maligno nascosto nei dati.
In un comunicato, la società, nota per i test comparativi sulle prestazioni degli antivirus, rileva che un’applicazione che non utilizzi Aslr e Dep non è necessariamente più carente sul piano della sicurezza offerta, ma comunque queste tecnologie integrate nella programmazione riducono il rischio che una vulnerabilità esistente diventi effettivamente eseguibile.
I risultati dei test condotti non fanno emergere risultati incoraggianti. Sul fronte consumer, solo lo strumento di Eset fa uso completo di Aslr e Dep, sia nella versione a 32-bit che a 64-bit. Sul lato enterprise, lo stesso risultato è stato raggiunto solo da Endpoint Protection di Symantec.
Sempre rimanendo sugli strumenti per le aziende, G-Data si piazza seconda, con una percentuale del 97,4% di operatività delle tecnologie, in media per le versioni a 32 e 64-bit. A seguire, troviamo Sophos, che usa Aslr e Dep solo nel prodotto a 64-bit, e poi McAfee, Bitdefender, Kaspersky e F-Secure. L’ultimo della lista è OfficeScan di Trend Micro, con il 18,7%.
Le giustificazioni a queste scelte variano. Alcuni giudicano incompatibile con la propria strategia lavorare con tecnologie proprietarie, mentre altri girano la colpa sulle librerie di terze parti.

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