Il Parlamento Europeo vuole dividere Google

Votata una risoluzione che indica la necessità di scindere il business sui motori di ricerca da quello delle altre attività commerciali.

Autore: Redazione ImpresaCity

Come si vociferava da qualche giorno, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che punta diretta verso Google e il suo monopolio nel campo dei motori di ricerca.
Il testo, votato a larga maggioranza, si occupa di numerosi temi legati alla crescita del digitale in Europa, ad esempio ribadendo la necessità di mettere fine al roaming telefonico e di agevolare un traffico Internet scevro da restrizioni e discriminazioni.
Tuttavia, la parte destinata a catalizzare di più l’attenzione riguarda la raccomandazione verso la Commissione Europea di rafforzare le regole sulla concorrenza, per colpire gli attori dell’It che abuserebbero della propria posizione dominante. Il Parlamento, in particolare, ha sottolineato come “l’indicizzazione, la valutazione, la presentazione e le classificazioni proposti dai motori di ricerca devono essere imparziali e trasparenti”, indicando quindi che le attività legate ai search engine dovrebbero essere separate da quelle di tipo commerciale.
In altri termini, il documento dice che Google utilizzerebbe la posizione dominante per spingere le proprie proposte commerciali (o quelle dei partner) a discapito di una concorrenza più libera. Di conseguenza, diventa necessario scindere le attività pubblicitarie da quelle sul motore di ricerca.
Il testo del Parlamento Europeo non ha alcun valore legislativo, ma mira a far pressione sulla Commissione, che sta già indagando sulle pratiche commerciali di Google, anche in seguito a un ricorso presentato da un gruppo di aziende rappresentate da FairSearch.org. L’obiettivo appare quello di svincolare totalmente la pubblicità dal motore di ricerca, chiudendo le porte a servizi come AdWords. Nel secondo trimestre di quest’anno, i siti di Google (ricerca, YouTube e così via) hanno generato un fatturato di 10,94 miliardi di dollari, ovvero il 69% del totale raccolto dall’azienda.

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