L'AI agentica non premia Microsoft

Una analisi di The Information riporta che i target di vendita collegati all'AI agentica sarebbero stati dimezzati perché non si riuscivano a raggiungere

Autore: Redazione ImpresaCity

Microsoft avrebbe abbassato drasticamente gli obiettivi di vendita per i suoi prodotti collegati all'AI agentica: lo indica una indagine pubblicata da The Information - fonte di solito attendibile - e riportata da diverse testate online. Microsoft, prevedibilmente, non ha confermato o commentato le indiscrezioni su cui il report si basa. L'articolo originale è a questo link (a pagamento).

Secondo quanto riportato, la decisione di ridurre gli obiettivi di vendita sarebbe legata al fatto che una buona parte della sua forza vendita non è riuscita a raggiunere i target - piuttosto ambiziosi, peraltro - sinora previsti. L'analisi di The Information si riferisce ai risultati dello scorso anno fiscale di Microsoft, terminato lo scorso giugno.  

The Information porta come esempio gli obiettivi di vendita legati ad Azure AI Foundry, la piattaforma in cloud per la creazione di agenti AI e di applicazioni basate su Large Language Model. Facendo riferimento ai target di vendita di alcune Unit statunitensi di Azure, The Information riporta che in un caso il target era stato aumentare le vendite del 50%, ma solo un quinto dello staff di vendita avrebbe raggiunto il target. 

In un'altra Unit il target era stato posto al +100%, e anche in questo caso non è stato raggiunto nella maggior parte dei casi. Per entrambe le Unit, sempre secondo The Information, il target è stato quindi dimezzato per il corrente anno fiscale. 

Il mancato raggiungimento dei target collegati all'AI agentica è dovuto essenzialmente a due fattori. Da un lato, le aziende utenti hanno ancora diverse perplessità nell'adottare tecnologie che sono ancora ad alto tasso di errore, nonostante i marcati miglioramenti ottenuti in questi due anni di vita circa della GenAI. Alcuni dei problemi legati alle "allucinazioni" degli LLM sono peraltro inevitabili, perché sono legati al modo stesso in cui i modelli operano.

Un secondo problema è legato alla capacità di Microsoft di penetrare un mercato che OpenAI ha già in buona parte conquistato, anche solo mediaticamente. Qualche tempo fa Bloomberg ha ad esempio evidenziato che per la casa di Redmond è difficile soppiantare ChatGPT con Microsoft Copilot, banalmente perché nella mente degli utenti il primo è quasi sinonimo di GenAI. Da parte sua, però, Microsoft sta puntando su una stretta integrazione di CoPilot con tutto il mondo Microsoft365.

Tutto questo non toglie che Microsoft stia comunque perseguendo decisamente la strada dell'AI agentica, strategia che al momento è di moda per tutti i principali vendor tecnologici. Il tema è stato tra l'altro uno di quelli chiave presentati sia all'evento per sviluppatori Microsoft Build dello scorso maggio, sia all'evento Ignite di qualche tempo fa. Inoltre la casa di Redmond è più che decisa ad aumentare gli investimenti infrastrutturali per supportare le iniziative di AI: nel primo trimestre fiscale dell'anno in corso, terminato lo scorso ottobre, le spese di capitale hanno sfiorato i 35 miliardi di dollari. E probabilmente aumenteranno.

D'altronde è anche vero che Microsoft sta aumentando il fatturato grazie all'AI, seppure indirettamente. Anche se le aziende utenti finali non sembrano poi così convinte del concreto valore dell'AI agentica, ci sono da tempo molti operatori - OpenAI in primis - che usano le infrastrutture di Azure per sviluppare ed erogare le loro soluzioni AI agli utenti finali.


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