All’evento di Las Vegas un deciso rilancio del cloud privato con la versione 9.0 di Cloud Foundation: AI integrata, sicurezza rafforzata e strumenti per sviluppatori
Autore: e. b.
Fine agosto a Las Vegas. È il momento di VMware Explore, ovviamente sotto il cappello Broadcom. E se la forte attenzione verso l’on prem ha caratterizzato il keynote del numero uno Hock Tan, gli annunci, decisamente numerosi come è consuetudine negli eventi di questo calibro, hanno fatto da corollario al rinnovato focus verso il cloud privato. A cominciare dal grande ritorno di VMware Cloud Foundation, VCF, ovvero la piattaforma che nelle parole dell’azienda ha tutto quello che serve alle imprese oggi e rende davvero possibile scegliere il cloud privato al posto di quello pubblico. Del resto, “il private cloud permette ai team IT di proteggere il business, mantenere il controllo e comunque muoversi rapidamente. Ma per troppo tempo la maggior parte dei cloud privati non è stata al livello del cloud pubblico: erano stack disconnessi di computing, storage, networking. In quello stato frammentato, non potevano proprio dare lo stesso livello di esperienza per gli sviluppatori, scalabilità, sicurezza, velocità: VMware Cloud Foundation 9.0 cambia tutto questo”, ha spiegato Hock Tan.
Ma soprattutto, VCF 9.0 offre ancora più funzionalità per le ormai irrinunciabili implementazioni in ambito intelligenza artificiale, come ha tenuto a sottolineare Krish Prasad, senior vice president and general manager della divisione VMware Cloud Foundation di Broadcom, evidenziando che “per supportare la prossima ondata di innovazione AI, Broadcom sta rendendo l'AI privata una parte standard del cloud privato moderno: con VMware Cloud Foundation, gli operatori di infrastrutture e cloud ottengono i vantaggi in termini di costi e operatività della virtualizzazione per i carichi di lavoro di AI senza sacrificare le prestazioni. Gli sviluppatori hanno accesso a servizi di AI nativi forniti direttamente dalla piattaforma cloud privata per un'esperienza frictionless”.
Ecco quindi che i servizi VMware Private AI Services entreranno a far parte di VCF 9.0, fornendo alle aziende una piattaforma unificata che integra servizi di intelligenza artificiale direttamente nell’infrastruttura, senza necessità di investimenti aggiuntivi. VCF 9.0 offre funzionalità native come GPU Monitoring, Model Store, Model Runtime, Agent Builder, Vector Database e Data Indexing, pensate per semplificare l’implementazione dei modelli, migliorare la privacy e ottimizzare la gestione dei carichi di lavoro AI.
Non solo: nelle intenzioni dichiarate di Broadcoo, VCF diventa anche una piattaforma capace di supportare l’intero ciclo di vita dell’AI, dalla messa a punto all’inferenza, con prestazioni accelerate grazie all’uso delle GPU. Nei prossimi mesi, ha fatto sapere Broadcom, i clienti avranno inoltre accesso a funzionalità avanzate come VCF Intelligent Assist, un assistente AI in grado di diagnosticare e risolvere problemi accedendo alla knowledge base Broadcom; il supporto al Model Context Protocol (MCP), che consente di integrare assistenti AI con repository e strumenti esterni come SQL Server, ServiceNow o GitHub; un Model Runtime multi-accelerator, per sfruttare GPU AMD e Nvidia senza dover rimodificare le applicazioni; e infine il modello multi-tenant Models-as-a-Service, che permette di condividere in modo sicuro modelli AI tra diversi tenant, con risparmi su costi ed energia.
Ma VMware Cloud Foundation 9.0 introduce anche innovazioni mirate agli sviluppatori: il servizio nativo vSphere Kubernetes Service (VKS) offre Kubernetes enterprise per lo sviluppo agile di applicazioni moderne, con un approccio GitOps che bilancia autonomia e governance. Tra le novità a questo riguardo spicca anche Native vSAN S3 Object Store, che permette l’archiviazione nativa di dati non strutturati su vSAN, eliminando la necessità di infrastrutture storage aggiuntive. Inoltre, l’integrazione di GitOps, Argo CD e Istio semplifica la distribuzione sicura delle applicazioni, garantendo networking zero trust, controllo del traffico e osservabilità avanzata.
Un posto di rilievo negli annunci è stato anche riservato al capitolo sicurezza, con le nuove funzionalità di VCF, di vDefend e di Avi Load Balancer. Nel dettaglio, il nuovo VCF Advanced Cyber Compliance è pensato per le aziende che operano in contesti altamente regolamentati, puntando a una conformità continua su larga scala grazie al monitoraggio e alla remediation automatizzati, a cyber e disaster recovery completamente automatizzati in ambienti isolati on-premise, capaci di garantire un rapido ripristino in caso di ransomware, blackout o guasti hardware, e anche a una maggiore sicurezza della piattaforma attraverso immagini container sicure, elaborazione avanzata e valutazioni proattive.
La sicurezza del cloud privato passa anche da VMware vDefend, che integra microsegmentazione avanzata, principi Zero Trust e rilevamento delle minacce nei layer di elaborazione, rete e storage. Tra le novità spicca la protezione specifica per i sempre più diffusi workload di AI agentica, che introduce una sicurezza laterale dedicata e un modello di controllo degli accessi Zero Trust.
In tema di sicurezza, le novità riguardano anche VMware Avi Load Balancer, che introduce strumenti per proteggere le applicazioni web e i carichi di lavoro AI. Tra queste, la crittografia post-quantistica, pensata per garantire resilienza anche in vista delle potenzialità del quantum computing. Nei contesti Kubernetes, Avi supporterà l’autenticazione reciproca mTLS per rafforzare la sicurezza delle connessioni, mentre un nuovo strumento di valutazione integrato nel Web Application Firewall consentirà di monitorare lo stato di protezione delle applicazioni e attivare policy mirate nelle aree più esposte.
L’evento di Las Vegas ha infine visto anche l’annuncio della disponibilità di VMware Tanzu Data Intelligence, una piattaforma data lakehouse che fornisce un accesso unificato a bassa latenza a dati multimodali su larga scala per consentire analisi, applicazioni e AI agentica più veloci e sicure. L'azienda ha inoltre presentato VMware Tanzu Platform 10.3, che nelle intenzioni accelera lo sviluppo sicuro e l'integrazione delle funzionalità di GenAI nelle applicazioni aziendali nuove ed esistenti. Tanzu Data Intelligence si integra perfettamente con Tanzu Platform, aiutando i team responsabili delle applicazioni e dell'intelligenza artificiale ad accedere a dati in tempo reale e a bassa latenza, indipendentemente dalla loro ubicazione, per creare applicazioni di intelligenza artificiale che generano valore aziendale.
Più in dettaglio, al centro di Tanzu Data Intelligence c'è un'architettura di data lakehouse a livello enterprise appositamente progettata per gestire carichi di lavoro diversificati e su larga scala con prestazioni, flessibilità e governance. Tanzu Data Intelligence offre un accesso unificato a dati diversi in tutti gli ambienti, siano essi strutturati, non strutturati, nativi o federati, scalando senza sforzo da terabyte a petabyte in volume con una latenza di millisecondi e una massiccia concorrenza tra dati, utenti e API. Consente la completa tracciabilità dei dati per garantire sovranità e governance, rendendo più facile comprendere quali dati hanno influenzato quali risultati e migliorando al contempo l'osservabilità. Come piattaforma unica per molteplici casi d'uso (applicazioni transazionali, agentiche e intelligenti, supporto decisionale, addestramento e messa a punto di modelli e data science), offre anche una ricerca vettoriale nativa su larga scala, consentendo query SQL e ricerche di similitudine semantica tra dati vettorializzati in un unico e potente ambiente.