2014, to Byod or not to Byod?

Si è dibattuto molto lo scorso anno su come affrontare il tema della mobilità “ibrida”. È un tema destinato a restare oggetto di contesa solo fra i vendor?

Autore: Roberto Bonino

Il tema della mobilità è fra quelli che le aziende hanno già affrontato o si apprestano a fare, per differenti motivi. La necessità di aggiornare la gamma di terminali si somma, in molti casi, con le spinte che arrivano dai vari dipartimenti (o dai manager) e con le pressioni poste dai vendor.Spesso si compie l’errore di associare automaticamente questa tendenza a quella del Byod, che invece ne costituisce solo una delle possibili vie di concretizzazione, di certa non la più seguita fino a oggi e con relative certezze che lo possa essere anche in futuro.
Il racconto delle esperienze realizzate dalle aziende parlano della necessità di un controllo il più possibile stretto sui dispositivi e le applicazioni utilizzate, così come sugli accessi alla rete e sullo scambio o storage di file. Quindi, i dispositivi personali accettati nei contesti aziendali possono essere pochi e perlopiù appannaggio delle figure manageriali di massimo livello, optando per una logica di tipo Cyod (il device si sceglie fra una ristretta gamma definita a priori dall’It, senza aperture all’uso personale) o Cope (è sempre l’azienda a proporre il terminale, ma si regola anche l’utilizzo privato).
I costruttori di punta del mondo smartphone e tablet hanno una strategia inevitabilmente globale, quindi indirizzata anche a paesi (come la Cina, gli Usa o alcuni di quelli emergenti) dove il Byod presenta maggiori prospettive di successo. Di riflesso, anche in Italia si finisce spesso per parlare di temi che spesso appaiono all’ordine del giorno solo sulla carta. Prepariamoci dunque a novità di rilievo da parte di nomi come Apple, Samsung, Blackberry o Nokia. Senza contare che anche le varie Ibm, Microsoft, Cisco, Citrix, Oracle, Ca Technologies o gli specialisti più attivi (Airwatch, Good Technology, Reply e simili) intendono spingere in modo significativo le rispettive proposte in tema di gestione dei dispositivi Mdm), delle applicazioni (Mam) o dei contenuti (Mcm).
La difficoltà  nella definizione di policy specifiche e il tema della sicurezza restano i principali fattori di freno a una crescita più consistente del fenomeno Byod in Italia e anche in Europa. Su quest’ultimo fronte, però, si è notevolmente elevata l’attenzione degli specialisti come Symantec, Sophos, Trend Micro, McAfee o Kaspersky.
In sostanza, il 2014 potrebbe essere l’anno nel quale anche da noi si affermerà il concetto di mobilità come paradigma della nuova produttività individuale, fin qui demandata all’utilizzo del classico personal computer sul luogo di lavoro. Questo è certamente l’auspicio dei vendor, ma la tendenza appare segnata anche dal punto di vista della domanda. Se il terminale resti o meno un puro cespite aziendale è ancora oggetto di riflessione, ma la sensazione è che, seppur lentamente e con le dovuto cautele, il Byod sia una logica destinata a prendere piede. 

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