Alibaba cambia struttura: un aiuto per il suo cloud?

Il gigante cinese Alibaba si divide in sei divisioni distinte, per operare in maniera più flessibile sui vari mercati

Autore: Redazione ImpresaCity

Sul palcoscenico globale del mercato cloud, Alibaba è allo stesso tempo un protagonista e un attore secondario. È un protagonista per le dimensioni del suo business, che ne fanno genericamente il quarto hyperscaler globale - con un market share del 5-6% circa - dietro i soliti noti AWS, Microsoft, Google. Se poi si considerano solo i servizi IaaS, Alibaba se la gioca anche da vicino con Google Cloud.

Tutto questo però conta fino a un certo punto, perché Alibaba Cloud fa la grande maggioranza del suo business nel mercato domestico - la Cina - dove per gli altri hyperscaler competere è molto difficile. Ha esteso con successo le sue operazioni anche nel Sudest asiatico, ma sul ghiotto (e cruciale) mercato occidentale ha una presenza minima.

La questione è, essenzialmente, di immagine e politica. Le aziende occidentali non percepiscono Alibaba come un cloud provider in grado di sostituire i grandi nomi che già conoscono. E comunque, per molte imprese affidarsi a un hyperscaler cinese sembra troppo rischioso in termini di sicurezza e privacy. Non che Alibaba non stia facendo crescere la sua infrastruttura in maniera interessante, peraltro. Ha già 15 data center fuori dalla "mainland China" - uno anche in Europa, a Francoforte - e i suoi servizi cloud possono contare su una Content Delivery Network proprietaria che ha oltre 900 nodi fuori dalla Cina continentale. Uno è anche in Italia.

Ora sembra che Alibaba abbia intenzione di giocare più seriamente oltre i confini della madrepatria. O almeno così sembra essere dopo la novità della sua riorganizzazione operativa in sei divisioni autonome. Una riorganizzazione, spiega Alibaba stessa, che è la più importante nei suoi 24 anni di storia da "platform company".

L'elemento interessante della riorganizzazione è che Alibaba Cloud e le attività legate all'Intelligenza Artificiale (un campo in cui Pechino vuole certamente primeggiare) sono combinati, insieme ad altri business minori, in un agglomerato autonomo: il Cloud Intelligence Group. Che si tratti del sotto-gruppo principale della "nuova" Alibaba è chiaro, non solo per buon senso ma perché a guidarlo c'è Daniel Zhang, che farà da CEO ma continuerà anche a tenere le redini di tutta la holding Alibaba Group.

La riorganizzazione ha un importante dettaglio formale: il Cloud Intelligence Group potrà anche quotarsi in Borsa separatamente dalle altre divisioni, il che permetterebbe alla parte cloud di Alibaba di presentarsi in maniera più ufficiale e (relativamente, formalmente) autonoma dal controllo di Pechino. Non è specificato, ma la quotazione potrebbe anche avvenire su piazze occidentali. Il che renderebbe Alibaba decisamente più appetibile come operatore globale.

A parte la neo-divisione con il business cloud, la riorganizzazione di Alibaba coinvolge aziende con cui i mercati occidentali dell'IT hanno poco o nulla a che fare. Gli unici nomi relativamente noti sono i marketplace Aliexpress e Alibaba.com, che confluiscono nel nuovo Global Digital Business Group, e Alibaba Pictures per la produzione cinematografica (confluisce nel Digital Media and Entertainment Group). Le altre tre divisioni appena create sono il Taobao Tmall Business Group (siti e i servizi collegati alle PMI cinesi), il Local Services Group e Cainiao Smart Logistics.

Fonte immagini: Alibaba


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