Perché è importante una enterprise data strategy coerente

Le strategie legate ai dati sono sempre più essenziali ai fini delle performance di business, spiega una ricerca di Cloudera, come racconta il Regional Director Italy Fabio Pascali

Autore: e. b.

Realizzato da Cloudera, il campione dell'enterprise data cloud, in collaborazione con Vanson Bourne, un recente report esamina la correlazione tra la maturità dell’enterprise data strategy di un’azienda, intesa come strategia integrata e olistica che copre tutte le linee di business dell’organizzazione, e le sue performance. Dall’indagine, che ha coinvolto più di 3000 decisori IT in tutto il mondo, sono emersi alcuni dati interessanti: su tutti, spicca in primo luogo il fatto che per la totalità dei decisori aziendali (96%), le strategie legate ai dati sono essenziali per il miglioramento delle performance di business.  

Verso la maturità

Ma se risulta evidente la correlazione tra la maturità dell’enterprise data strategy di un’azienda e le sue performance, quali passi sono necessari per acquisire questa maturità? Impresa City ne ha parlato con Fabio Pascali, Regional Director Italy di Cloudera: “il dato più rilevante che emerge dalla ricerca è proprio quello in base al quale le aziende che dispongono di una strategia specifica relativa all’uso dei dati crescono di più rispetto alle altre, con una stima di crescita del fatturato del 6% annuo rispetto al 2% di chi invece non fa ancora un uso ottimale dei propri dati”.

Si tratta, prosegue Pascali, di un risultato particolarmente importante, “in quanto una gestione efficace dei dati non si esaurisce nel loro semplice utilizzo una tantum: il dato come informazione di business genera valore a più livelli, sia in tempo reale nel momento in cui viene generato e analizzato ‘a caldo’, sia anche più avanti, quando viene raccolto e archiviato per un’analisi ‘a freddo’. In questo senso, il paragone tra dati e petrolio spesso utilizzato in passato (“data is the new oil”) andrebbe rivisitato e attualizzato a vantaggio del dato, che continua a fornire valore lungo tutto il suo ciclo di vita”.
 

Fabio Pascali, Regional Director Italy di Cloudera

Una data platform interoperabile

Proprio per questo, le aziende dovrebbero “attrezzarsi per seguire ogni momento di questo ciclo di vita”, avverte Pascali, spiegando che “innanzitutto bisogna raccogliere i dati nel momento in cui vengono generati, per le prime analisi in tempo reale, idealmente condotte sull’edge, con vantaggi di tempo significativi, ma vanno anche archiviati in repository dedicati, che devono essere aperti e accessibili dall’intera organizzazione, per un’analisi a posteriori”.

In questo senso, “disporre di una data platform aperta e interoperabile, in grado di estrarre i dati presenti in azienda ma anche nei diversi cloud che l’organizzazione può scegliere di utilizzare, in ottica hybrid o multi-cloud, diventa fondamentale, perché permette di ottenere una visione centrale e unificata del panorama enterprise”, sottolinea Pascali.
 



Le tendenze in Italia

Passando a esaminare a che punto sono le aziende italiane nel percorso verso la maturità dell’enterprise data strategy, Fabio Pascali spiega che “la ricerca mostra in modo evidente come le aziende italiane abbiamo ancora un ritardo significativo, stimabile in 3-4 punti percentuali rispetto al resto dell’Europa e agli Stati Uniti per quanto riguardo un utilizzo esteso e consapevole dei propri dati”.

Secondo il numero uno di Cloudera in Italia, si tratta di un dato che “rispecchia il consueto ritardo da parte del nostro mercato all’adozione di tecnologie avanzate, ma che nasconde in realtà una tendenza sostanzialmente positiva: le aziende italiane hanno iniziato ad affrontare il percorso che le porterà con sicurezza a migliorare la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali”.
 

Più nel dettaglio, prosegue Pascali, “come spesso accade, ci sono settori che stanno trainando questa evoluzione, in prima fila il finance e le telecomunicazioni, che per loro natura si trovano a raccogliere e gestire grandi quantità di dati. Ma anche il manufacturing, con l’avvento di Industria 4.0, sta procedendo a grandi passi lungo questo percorso di evoluzione. Senza dimenticare il mondo pubblico, dove i dati acquistano una valenza ulteriore: oltre alla possibilità di ridurre i costi e ottimizzare i processi, permettono di creare nuovi servizi per i cittadini, migliorando il loro rapporto complessivo con la pubblica amministrazione, a ogni livello”. 

Mappare i flussi di dati

Per quanto riguarda i passi da intraprendere per acquisire maggiore consapevolezza riguardo alla propria enterprise data strategy, “la prima cosa da fare è quella di mappare i flussi di dati all’interno dell’azienda, ponendosi domande su quali sono i processi che producono dati e quali dati producono, oppure su come vengono attualmente utilizzati questi dati o su come potrebbero eventualmente venire utilizzati in modo migliore”, fa notare Pascali, spiegando che “una volta creata questa sorta di mappa è importante comprendere le correlazioni che possono esserci tra i vari processi, ed eventualmente avviare progetti esplorativi che permettano di ottimizzarli, dove un aspetto primario in questa fase di rivisitazione è anche quello di evitare la presenza isole di dati”. 

Si tratta di un approccio che consente "una riduzione dei costi e una crescita enorme dalla correlazione fra i dati eterogeni, che algoritmi di ML/AI possono rapidamente connettere per creare nuovo valore”, prosegue Pascali, spiegando che “per fare ciò però è necessario avere visibilità sui processi aziendali che coinvolgono i dati, indipendentemente dal fatto che i dati siano on-premise - nel data center o sull’edge - o nel cloud”.  



L’ora del multicloud

Va infine sottolineato che la crescente tendenza ad avvalersi del cloud per i suoi indiscutibili vantaggi di prestazioni e flessibilità porta con sé anche il rischio di un potenziale lock-in, nel momento in cui le risorse fondamentali di un’impresa si trovino nel dominio di un singolo provider. Alla luce di questo, “il multi-cloud sta prendendo piede come strategia di riferimento, con la possibilità da parte delle aziende di attivare diversi servizi cloud sulla base delle necessità di business, delle differenze contrattuali e dei carichi di lavoro: disporre di una enterprise hybrid data platform è ancor più importante perché funge da punto di raccordo tra le diverse location in cui i dati possono trovarsi, dentro e fuori l’azienda, e permette di coglierne appieno il valore, eliminando ogni rischio di mancata interoperabilità e lock-in”, conclude Fabio Pascali.

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