Cyber security? Meglio stare in Danimarca.

La Danimarca è la nazione meno cyber-rischiosa, secondo un report Seon. Italia in posizione 36 su 94.

Autore: Redazione ImpresaCity

Tutte le nazioni sono a rischio quando si tratta di criminalità informatica e di cyber attacchi alle imprese. Ma certamente in alcuni Paesi va meglio che in altri. In quali, ha cercato di stimarlo la software house ungherese Seon, che si occupa di difendere le aziende dal rischio di frodi digitali. In un suo report, ha assemblato una classifica del rischio cyber combinando diversi indicatori di rischio che, a loro volta, derivano dall'analisi delle misure e delle politiche nazionali di cyber security.

In particolare, Seon è partita dal National Cyber Security Index (NCSI) combinandolo con il Global Cybersecurity Index 2020. Ha poi considerato il Basel AML Index, legato al rischio di riciclaggio digitale del denaro, e il Cybersecurity Exposure Index (CEI), che misura il livello di rischio per i navigatori di Internet in ciascun Paese. In più, ha unito valutazioni proprie sul quadro normativo delle varie nazioni in quanto a cyber security.

Il risultato è un lungo elenco di 94 nazioni "fotografate" in un Cyber-Safety Score da zero a dieci. E che ha dato il podio, nell'ordine, a Danimarca (8,91 punti), Germania (8,76) e Stati Uniti (8,73). La Danimarca ha prevalso perché ha avuto buoni risultati in un po' tutte le valutazioni di partenza. Germania e Stati Uniti hanno raggiunto un quasi pareggio perché hanno entrambe avuto buone valutazioni per il Global Cybersecurity Index e per il loro quadro normativo.
L'anti-podio, ossia la Top Tre delle nazioni più pericolose in campo cyber security, vede primeggiare Myanmar (2,22 punti) seguita da Cambogia (2,67) e Honduras (3,13). Tre nazioni che hanno tutte indicatori deludenti e che, soprattutto, praticamente non hanno una legislazione adatta a limitare i cyber criminali. Solo l'Honduras fa qualcosa in più delle altre due.

E l'Italia? Nelle valutazioni di Seon occupa un non molto soddisfacente trentaseiesimo posto, con qualcosa più della vecchia sufficienza: 6,51 su 10. Il che permette alle altre principali nazioni UE di sopravanzarci.

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