"Il dato di settembre dell'inflazione, oltre che largamente atteso (la stima era 2,7%) consolida alcuni timori che avevamo già avanzato nel nostro report di luglio: gli impulsi inflazionistici, inizialmente concentrati nell’energetico, cominciano, infatti, a trasferirsi su altre filiere, come segnala l’incremento registrato dalla componente di fondo che supera l’1%, con una tendenza che non sembra destinata a esaurirsi immediatamente.
Al di là del sensibile aumento atteso per il mese di ottobre, legato al comparto energetico regolamentato, sono presenti a livello globale tensioni sulle materie prime e strozzature nella logistica che non possono essere completamente risolte nel breve termine.
Questi elementi amplificano serie preoccupazioni sull’intensità e sulla durata dell’inflazione e dei riverberi che potrà avere sulla ripresa attraverso una riduzione del tasso di crescita dei consumi a causa della eventuale riduzione del potere d’acquisto dei redditi e della ricchezza detenuta in forma liquida". Questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio
ai dati Istat di oggi.