‘DL sostegni’, Cgia: i soldi arriveranno con 3 mesi e mezzo di ritardo

Cgia di Mestre: "Sostegni del tutto insufficienti, in arrivo altri 20 miliardi che non basteranno".

Autore: Redazione ImpresaCity

"Se non ci saranno nuovi intoppi, le risorse messe a disposizione dal “decreto Sostegni” arriveranno a imprese e lavoratori autonomi subito dopo Pasqua. In buona sostanza, saranno accreditati sul conto corrente delle attività interessate almeno 3 mesi e mezzo dopo dalle chiusure imposte nel dicembre scorso dall’allora governo Conte. Pertanto, questi soldi, messi a disposizione dallo scostamento di bilancio del gennaio scorso, giungeranno a “destinazione” non certo con la tempestività che la situazione imporrebbe, bensì a passo di lumaca. E’ evidente che la mancata immediatezza nello stanziamento degli indennizzi costituisce un problema che non è stato ancora risolto"   mette in evidenza in una nota l’Ufficio studi CGIA.
"Il ritardo nei tempi di erogazione di queste risorse appaiono del tutto ingiustificabili. Le aziende, soprattutto quelle di piccola e micro dimensione, non possono attendere così a lungo.  Il crollo del fatturato e la conseguente mancanza di liquidità subita in questi ultimi mesi stanno infatti spingendo verso il baratro tantissimi operatori economici che rischiano di ricevere i soldi fuori tempo massimo, ovvero, dopo che molti di questi avranno cessato definitivamente la propria attività.  E che questi 32 miliardi fossero anche del tutto insufficienti lo si era capito sin dall’inizio. Prova ne sia che, da qualche settimana, negli uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze circolano alcune simulazioni di un possibile nuovo disavanzo di bilancio di almeno 20 miliardi di euro che potrebbe essere approvato dalle due Camere nelle prossime settimane. E’ evidente che anche questo importo appare poca cosa se lo rapportiamo alla dimensione delle perdite subite dalle imprese e da tutto il mondo del lavoro autonomo.  Per questo è necessario fare un ulteriore sforzo, approvando delle misure di indennizzo che arrivino a toccare almeno i 50 miliardi di euro" conclude la nota della Cgia.   

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