Startup europee: gli USA non sono più indispensabili per la crescita

Le startup tecnologiche trovano talenti e fondi anche nella vecchia Europa. Gli USA restano chiave per il mercato e per una exit remunerativa.

Autore: Redazione ImpresaCity

Sino a qualche anno fa mettere piede negli Stati Uniti era un requisito quasi indispensabile per le startup tecnologiche europee. E per diversi buoni motivi. Negli USA si trovavano i talenti necessari per crescere. Come anche una buona fetta del mercato potenziale. E l'accesso a relazioni fondamentali per crescere e tenersi in contatto diretto con l'innovazione più spinta. Un modello che ha funzionato ma che, a quanto pare, molte startup possono ignorare.

Intendiamoci: essere presenti nelle aree innovative degli Stati Uniti - dalla Bay Area a New York - fa sempre comodo. Ma oggi le startup europee possono ottenere buoni risultati anche investendo meno nella loro espansione oltreoceano. Perché, spiega Index Ventures, oggi in Europa è più facile trovare talenti tecnologici. Che oltretutto costano meno. Inoltre l'impostazione di base delle startup europee è internazionale per natura. Dato che i mercati nazionali sono troppo ridotti.

Uno dei risultati di questa evoluzione dello scenario startup è che sempre meno aziende innovative europee ed israeliane sentono la necessità di avere, del tutto o in parte, il personale tecnico negli Stati Uniti. In diversi ambiti la crescita nel mercato americano si può gestire tranquillamente dall'Europa. Il motivo principale che ancora giustifica una presenza diretta è l'accesso al mercato, se una parte importante degli utenti potenziali è americana.
Index Ventures sottolinea che ci sono sempre più startup europee B2B che stanno sviluppando storie di successo senza operare affatto negli Stati Uniti. Alcune avrebbero potuto farlo perché propongono soluzioni adatte ovunque. Come la svedese iZettle (acquisita poi da eBay) nel settore dei pagamenti elettronici. Ma è più interessante notare che diverse startup europee hanno creato un business rilevante con servizi che non sono traslabili negli USA. Perché operano in settori che negli USA non esistono (come i buoni pasto, l'ambito di Swile) o sono radicalmente diversi (l'assistenza sanitaria per KRY).

Un altro elemento a favore delle startup europee è che oggi i grandi investitori americani sono più facilmente raggiungibili. Per conquistarli non è più necessario essere presenti nella Silicon Valley. Parallelamente, il circuito dei ventire capitalist europei si è sviluppato in maniera significativa e garantisce interessanti possibilità di investimento. Con capacità di selezione dei progetti che non sono poi tanto diverse da quelle americane.

Il primato degli Stati Uniti resta però immutato, dal punto di vista delle startup tecnologiche, per un aspetto fondamentale: le possibilità di una "exit" remunerativa. Essere acquisiti da una grande azienda europea per il proprio valore innovativo è ancora difficile. Le aziende europee continuano ad investire in innovazione meno delle loro controparti statunitensi, quindi se si cerca un acquirente è sempre meglio guardare oltreoceano.

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