Dall'innovazione tecnologica al valore la strada non è breve. Ma strategica.

Non bastano i progetti mirati per trasformare l'innovazione in un vantaggio concreto. Serve estendere l'innovazione a tutta l'impresa.

Autore: Redazione ImpresaCity

Una nuova ricerca Accenture mette in guardia i manager che devono gestire i processi di Digital Transformation. E più in generale introdurre l'innovazione tecnologica in azienda. Se è vero che molte imprese stanno traendo beneficio dalle nuove tecnologie, non basta genericamente adottarle per trarne il massimo valore. Le imprese che ci riescono lo fanno con una strategia che ha caratteristiche ben precise. Le altre sperimentano quello che Accenture chiama innovation achievement gap. Ossia la differenza tra il valore potenziale di un investimento tecnologico e il suo ritorno effettivo.

La differenza fra chi gestisce meglio l'innovazione (i Leader, per Accenture) e chi lo fa peggio (i Laggard) è concreta. I secondi nel 2018 hanno avuto un giro d'affari del 18 percento inferiore a quello che avrebbero potuto registrare. Una percentuale che nel 2023, se non cambiano rotta, salirà al 46 percento. Per capire i tratti comuni dei Leader, Accenture ha analizzato il comportamento di 8.356 aziende di tutto il mondo, di cui 366 italiane.

Prevedibilmente, quello che differenzia i top Leader (il 10 percento migliore del campione) dal resto delle aziende non è relativo alle tecnologie che usano. Ma a come le implementano. La differenza è quindi nell'approccio strategico. In particolare nella scelta di adottare le nuove tecnologie non per progetti mirati e confinati, ma in maniera trasversale. Un approccio sistemico all'innovazione, ben diverso che usare singole tecnologie.


In questo modo si creano ciò che Accenture definisce Future System. Ossia sistemi enterprise che possono far crescere l'innovazione in maniera ripetibile. E in questo rendono l'azienda più flessibile e tecnologicamente agile.

In concreto questo si vede in una differenza essenziale tra i Leader e gli altri. I primi investono di più, prima e in maniera continuativa. Nel periodo 2015-2019 la percentuale del budget IT investita in innovazione è cresciuta costantemente per il 93 percento dei Leader e solo il 64 percento dei Laggard. Una ulteriore crescita nel periodo 2019-2023 è prevista dal 97 percento dei Leader e dal 74 percento dei Laggard.

Per i Leader, questa spesa crescente serve ad adottare le nuove tecnologie prima degli altri, sviluppare migliori competenze, ottimizzare le implementazioni tecnologiche. Sempre nella logica di sistema e non di innovazione puntuale. I Laggard seguono invece il classico approccio da fast follower, che però porta ad implementazioni scollegate e non ottimali.


Dal punto di vista strettamente tecnologico, i Leader mostrano anche di recepire meglio l'evoluzione delle architetture IT. La progressiva scomparsa dei confini tra dati, infrastrutture ed applicazioni viene "cavalcata" per eliminare i silos che separano sia le componenti tecnologiche, sia i processi aziendali. L'obiettivo è abilitare sistemi e processi che non siano rigidamente connessi gli uni agli altri. Una scelta che, dicono le imprese, permette di avere sistemi più adattabili e più utili.

Non sorprende quindi che la "top ten" delle tecnologie più diffuse tra i Leader comprenda elementi legati appunto alla flessibilità, alla modularità e al supporto dei processi. Big Data analytics, streaming dati in tempo reale, SaaS, IoT, IaaS, PaaS, data lake, open source, applicazioni cloud-native, AI sono le strade più gettonate. Con percentuali di adozione superiori al 98 percento tra i Leader, ma del 40-50 percento tra i Laggard.

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