SUSE, l’open source motore dell’innovazione

Alla tappa milanese dei SUSE Expert Days la società del camaleonte verde, tornata indipendente da pochi mesi, schiera le più recenti novità di prodotto e di vision

Autore: Edoardo Bellocchi

Per SUSE, tornare a essere indipendenti è sicuramente un’ottima notizia, per più di un motivo”, esordisce Carlo Baffè, Responsabile Commerciale Italia di SUSE, nell’inaugurare la tappa italiana dei SUSE Expert Days 2019, svoltasi a Milano ai primi di giugno. Come noto, nello scorso marzo, SUSE è tornata dopo 16 anni a essere una società indipendente a tutti gli effetti, grazie all’acquisizione da parte del fondo svedese EQT. “Ma non si tratta di un fondo speculativo, bensì industriale, che crede nella crescita graduale delle aziende che hanno un potenziale”, ha tenuto a sottolineare Baffè, spiegando che “il senso dell’investimento in SUSE da parte di EQT è proprio nel fatto che il fondo ci riconosce grandi possibilità di crescita, e questo è un elemento molto importante anche per i nostri clienti, a maggior ragione alla luce delle recenti operazioni di mercato, che molto presto vedranno SUSE diventare la più grande società ‘pura’ al mondo nell’ambito open source”.  

Programmi ambiziosi

Il riferimento all’acquisizione di Red Hat da parte di IBM è piuttosto evidente, e Carlo Baffè ha anche ben chiaro che le dimensioni di SUSE sono attualmente su una scala diversa rispetto all’azienda del cappello rosso, il cui fatturato 2018 è stato superiore a 3 miliardi di dollari, ed è per questo che in plenaria ha tenuto a sottolineare in maniera che “intendiamo crescere molto, sia organicamente sia tramite acquisizioni, partendo dalle nostre dimensioni attuali che parlano di un fatturato di 400 milioni di dollari con un organico di 1750 persone”. Le premesse, secondo Baffè, ci sono tutte, visto che “solo tre anni fa eravamo circa 1000 e abbiamo messo a segno una crescita quasi da startup, anche perché operiamo in un mercato, quello dell’open source, che continua a essere molto promettente”. 

Il mercato italiano

Per quanto riguarda il nostro mercato, quella italiana è “una delle filiali più importanti all’interno di SUSE stessa: nel corso degli ultimi otto anni abbiamo messo a segno una crescita regolare e costante”, spiega Baffè, sottolineando i motivi principali del successo di SUSE anche nel nostro mercato, tra i quali vi sono “l’essere sempre vicini ai grandi clienti che hanno fatto dell’innovazione un loro punto forte, e continuare a operare in maniera esclusiva con i Partner, di qualunque dimensione: dal solution partner locale che segue i medi clienti, per arrivare fino al grande cloud provider e anche ai vendor di hardware più rilevanti”.

L’open source “aperto”

Il ricco menu della giornata milanese dei SUSE Expert Days si è quindi dipanato lungo numerosi approfondimenti sulle più recenti novità di prodotto e sulla roadmap dell’innovazione, accanto alle testimonianze di clienti di rilievo come Enel e le presentazioni di partner strategici quali Hewlett Packard Enterprise, Microsoft Azure e SAP, che hanno esaminato le ultime tendenze tra core, edge e cloud, unite dal filo conduttore dell’open source, vero e proprio motore in grado di guidare l’innovazione.

Oggi quello che conta maggiormente, nella trasformazione digitale basata sui dati, è abbattere tutti i tipi di muri tra i diversi core, cloud ed edge”, ha proseguito Baffè, spiegando che “l’obiettivo è quello di rendere semplice spostare le applicazioni e ripartire i carichi di lavoro. E questo si può fare solo col software, su due livelli: da una parte con le infrastrutture hardware definite e guidate dal software, come stiamo già facendo da qualche anno, e dall’altra parte che è la novità degli ultimi anni, ovvero i nuovi modi di gestire le applicazioni, fin dall’inizio e non solo quando sono già state rilasciate: si tratta di tutto il tema del DevOps, con nuovi modelli di esercizio delle applicazioni, i cui cicli sono sempre più rapidi grazie ai container, oppure che nascono direttamente nel cloud”.  

Ed è proprio in questo nuovo scenario che SUSE, quale “open open source company”, ovvero società open source “aperta”, che propone soluzioni senza alcun tipo di lock in, prosegue nella sua missione di “consentire alle aziende di innovare mediante la tecnologia, fornendo insieme ai nostri partner le migliori soluzioni open source in ambito infrastrutturale per applicazioni classiche e nuove”, ha concluso Carlo Baffè.

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