5G, Software-Defined Networking e virtualizzazione: perché le Telco sposano il modello cloud

L'arrivo del 5G è anche una rivisitazione della concezione stessa delle reti degli operatori, andando per la prima volta verso un modello veramente integrato ed elastico

Autore: Redazione ImpresaCity

Se non fosse per le perplessità scatenate dal caso-Huawei e dal fatto che l'azienda cinese rappresenta la dorsale delle reti 5G di molte nazioni, staremmo vivendo pienamente uno di quei rari momenti in cui una evoluzione tecnologica delle reti di telecomunicazioni ne attiva diverse altre, anche in campi non strettamente collegati. Il 5G, argomento tecnologico principe del biennio 2019-2020, promette invece proprio questo. A cambiare non sarà solo la parte wireless delle reti cellulari ma anche, e lo sanno bene gli operatori, tutto quello che c'è a monte.

Il 5G agisce come catalizzatore di un cambiamento che sarebbe arrivato comunque, ma meno in fretta: il passaggio delle reti e dei sistemi di telecomunicazioni ad una architettura in stile cloud. È un passaggio indispensabile quando l'attenzione si sposta da fornire connettività ad erogare servizi dinamici e, almeno idealmente, personalizzati. Ma è anche un passaggio che ha tempi e costi importanti, motivo per cui l'enfasi che il 5G si è portato dietro in questi ultimi anni si sta stemperando in un positivo pragmatismo. Il che è quasi sempre un buon segno.

Quando si tratta di telecomunicazioni, il Mobile World Congress è sempre un buon termometro per valutare il "sentiment" del mercato. L'edizione 2018 si era concentrata sul 5G come nuova tecnologia wireless a maggior banda e, lato applicazioni, sul mondo Internet of Things e Industry 4.0. L'edizione 2019 è stata molto più trasversale, sottolineando come il 5G sia rivoluzionario sì, ma come parte essenziale di una triade che lo vede insieme al Software-Defined Networking e alla Network Function Virtualization. La combinazione 5G-SDN-NFV è quella che apre gli scenari più interessanti nelle implementazioni pratiche del 5G.


Sono concetti persino banali per gli addetti ai lavori, ma per gli utenti finali non è sempre ovvio vedere le reti mobili non più solo come connettività pura ma come elemento integrato in servizi end-to-end da realizzare e da gestire in modi nuovi (per le Telco, almeno). Avere chiaro questa evoluzione aiuterebbe anche a comprendere perché il 5G sarà, ancora per parecchio tempo, un cantiere aperto in cui la stessa indicazione generica di "rete 5G" potrà voler dire cose molto diverse.

Il 5G sarà in sintesi una rivoluzione progressiva. Anche e soprattutto perché ogni operatore può legittimamente seguire una sua evoluzione e combinare componenti 4G e 5G sia nella parte di accesso radio sia nella core network. Più la sua infrastruttura è "mista", però, più diventa difficile supportare alcuni servizi evoluti o alcune loro modalità di erogazione.

Ad esempio, le applicazioni che richiedono su una minima latenza trasmissiva non sono completamente praticabili in una rete 5G non omogenea. Inoltre, senza una rete di core "cloudificata" è impossibile avere lo scenario ideale a cui puntano gli operatori, quello cioè in cui i servizi di connessione ed a valore aggiunto si possono attivare e personalizzare in modo semplice e rapido. E altrettanto rapidamente si possono sviluppare e implementare nuovi servizi, adeguando la parte infrastrutturale a quello che chiede lo sviluppo del business.


Alcuni operatori saranno avvantaggiati rispetto ad altri, nel prossimo futuro del 5G. Sono quelli che hanno già iniziato da tempo l'evoluzione della core network alla generica ricerca di una maggiore elasticità e possono già presentare nuovi servizi che non riguardano solo la parte wireless della rete ma in cui il 5G è un tassello all'interno di una visione più ampia. Un esempio sono i nuovi servizi SD-WAN in cui le connessioni 5G sono una delle opzioni attivabili automaticamente per il collegamento dei clienti.

Un mercato eterogeneo e in divenire di solito è un bene per gli utenti, perché gli operatori dovrebbero darsi battaglia con proposte innovative. A patto però che si operi con trasparenza. Un utente non può conoscere lo stato di "cloudificazione" delle reti di core di ogni operatore, stato che però influenza l'effettiva qualità dei servizi proposti e anche la loro continuità, se transitano sulle reti di operatori diversi. Come sempre, non farà male un certo ragionevole scetticismo di fronte alle proposte troppo "futuribili".

Passata una fase di inevitabile assestamento - tecnologico e di mercato - l'evoluzione delle reti di telecomunicazioni grazie alla virtualizzazione e agli approcci software-defined darà concretamente ai service provider la possibilità di creare servizi in maniera molto elastica, idealmente in qualsiasi momento e sfruttando le potenzialità di qualsiasi nuova tecnologia si presenti sul mercato. È questa la vera rivoluzione favorita dal 5G.

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