Iva, Rete Imprese Italia: le imprese non devono pagare lo slittamento dell’aumento

Ivan Malavasi, Presidente di Rete Imprese Italia: "Non è per nulla condivisibile, che l’esecutivo penalizzi le imprese aumentando gli acconti Irpef, Ires e Irap".

Autore: Redazione ImpresaCity

"Non si può far pagare alle imprese buona parte dei costi dello slittamento dell’aumento Iva". Lo afferma Ivan Malavasi, Presidente di Rete Imprese Italia.
"La persistente crisi dei consumi - spiega Malavasi - impone l’abolizione dell’incremento dell’Iva e non un semplice spostamento di tre mesi. Ma si può anche condividere l’atteggiamento del governo, se novanta giorni saranno utili a reperire le risorse necessarie a cancellare definitivamente l’aumento di questa imposta, innanzitutto attraverso coraggiosi tagli di spesa".
"Non è per nulla condivisibile, invece – sottolinea Malavasi - che l’esecutivo penalizzi le imprese aumentando gli acconti Irpef, Ires e Irap e azzerando in sostanza il fondo destinato a definire l’area di esenzione dall’Irap. Soprattutto in una situazione nella quale la pressione fiscale è già a livelli record e considerata la carenza di liquidità delle imprese, in particolare quelle dell’artigianato e del terziario di mercato".
"In un periodo di crisi economica - conclude Malavasi – è paradossale incrementare gli acconti fiscali che viceversa andrebbero ridotti, considerato il calo costante dei redditi. In questo modo si mortificano ulteriormente le aspettative di famiglie e imprese. Senza poi voler considerare che il mancato aumento dell’Iva per ora è solo temporaneo, mentre l’incremento al 100% dell’acconto Irpef e dell’Irap per ditte individuali e società di persone è a regime e quello al 101% dell’Ires, sia pure limitato al corrente anno, appare addirittura di dubbia costituzionalità".

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