HPE acquista Cray: obiettivo supercomputing e HPC

HPE investe 1,3 miliardi di dollari per le tecnologie di Cray, diventando di fatto il nome principale per tutto il mercato del computing ad alte prestazioni

Autore: Redazione ImpresaCity

La visione tecnologica che HPE sta portando avanti punta decisamente sui temi del supercomputing: vede soluzioni di High Performance Computing (HPC) al centro delle grandi infrastrutture IT ma anche, con gli opportuni adattamenti, nella periferia degli ambienti edge computing. HPE sta sviluppando proprie tecnologie in questo senso, ora acquisisce quelle di Cray con una operazione valutata in circa 1,3 miliardi di dollari.

I motivi dietro l'acquisizione dell'azienda che ha di fatto creato tutto il mondo del supercomputing sono, in definitiva, semplici. Anche di recente il CEO di HPE, Antonio Neri, ha ribadito come la sua società si stiamo muovendo seguendo l'idea della Data Driven Society, e per analizzare le enormi moli di dati che oggi si possono generare e raccogliere con la digitalizzazione, serve una altrettanto grande capacità elaborativa.

Con questa acquisizione HPE diventa la principale azienda in campo supercomputing. A parte i sistemi e le soluzioni che ha già sviluppato direttamente, può ora attingere a quelli di un'azienda - Cray, appunto - che in questo momento è coinvolta nella realizzazione dei due più grandi supercomputer del mercato statunitense. Si tratta dei sistemi exascale Frontier ed Aurora, che dovrebbero essere completati nel giro di un paio d'anni.


Prendendo Cray, HPE fa un deciso salto di qualità per i prodotti come per le competenze e le tecnologie. Cray negli anni è passata dal progettare sistemi proprietari - i classici "supercomputer Cray" quasi da fantascienza degli anni Ottanta-Novanta - al creare sistemi ad alto parallelismo partendo da componenti base standard. Questi, come i processori di Intel o AMD, sono "potenziati" dalle tecnologie software e hardware di Cray. Ora queste tecnologie entrano a far parte di HPE e possono dare una grossa mano, anche in campi non strettamente di HPC come quelli legati alle composable infrastructure.

Peter Ungaro, Presidente e CEO di Cray, ha in particolare sottolineato come l'architettura dei sistemi Cray Shasta e la tecnologia di interconnessione Slingshot siano particolarmente adatte alle attuali esigenze di elaborazione ad alte prestazioni in campo analytics. Il punto chiave è sempre la centralità dei dati rispetto ai componenti che li devono elaborare. Come Cray definisce "datacentrica" l'architettura Shasta, così HPE da tempo parla di memory-driven computing.

HPE ha già delineato alcuni modi in cui le sue tecnologie e quelle di Cray si possono integrare anche a breve-medio termine. Nei piani di sviluppo ci sono ad esempio servizi di HPC-as-a-Service e la creazione di una ampia offerta di componenti per il supercomputing: processori, storage, sistemi di interconnessione, software e servizi. Prevedibilmente, HPE sottolinea anche che l'acquisizione le permette di operare a un livello più elevato in mercati specifici, come gli enti governativi e la ricerca.

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