Un investimento sicuro per il futuro? L’As/400!

Nonostante siano passati 25 anni dal lancio, il sistema midrange di Ibm continua a essere visto come piattaforma di riferimento anche per l’avvenire.

Autore: Roberto Bonino

I decision maker dell’It pensano che l’As/400 sia un sistema “a prova di futuro”, quindi possa ancora fungere da piattaforma di riferimento nel non trascurabile numero di aziende (circa 16mila nel mondo, diverse centinaia in Italia) nelle quali è tutt’oggi installato e funzionante.
Il dato esce da una ricerca intitolata “System i Survey”, realizzata da Infor su un centinaio di manager e decision maker di alto livello nella regione Emea. Il campione è da considerarsi significativo dal punto di vista statistico, anche se il numero assoluto può sembrare basso. Ovviamente, si parla di utenti di uno o più System i (come si chiamano oggi gli As/400) e fra questi oltre il 70% continuerà a usare in futuro la stessa piattaforma.
Conservazione allo stato puro? Mancanza di budget? Paura di cambiare? Più che motivazioni psicologiche o attitudinali, dietro la convinzione della longevità degli As/400 ci sono ragioni tecniche. Il 92% degli interpellati ritiene di avere un sistema molto affidabile e due terzi pensano che il suo total cost of ownership sia comparabile con le alternative sul mercato.
Certo, non mancano i punti critici. Per la metà del campione, il reperimento o mantenimento in azienda degli esperti di System i sta diventando un problema. E non pare nel cloud la soluzione, visto che il 53%, sul tema, ha mostrato un atteggiamento neutrale e il 33% pensa che non arriverà nessun aiuto.
Comunque sia, gli investimenti sulla piattaforma proseguiranno nel tempo a venire, soprattutto in direzione del reporting e delle capacità analitiche, della mobilità e della disponibilità 24x7.
Quali considerazioni trarre da questi dati? La più semplice è che nessuna delle parti in causa, non gli utenti ma nemmeno la stessa Ibm, hanno mai veramente pensato di evolvere verso qualcosa di diverso. Recentemente, l’uscita dei PureSystems era stata interpretata come una possibile strada evolutiva, ma di fatto si tratta di qualcosa di diverso e più ampio, che potrebbe comprendere anche gli As/400, ma richiede la presenza di risorse che molti utenti reali non posseggono.
Allo stesso tempo, qualunque ipotesi di migrazione appare complessa, specie in questi tempi di budget ristretti e il fatto che Big Blue stia continuando a lavorare, per esempio, sulle Acg, lascia intendere che il parco installato sia qualcosa da preservare gelosamente e assecondare, anziché cercare pericolose rotture.
In ultima analisi, tanti discorsi sull’innovazione e le sue potenzialità paiono poi cozzare contro il senso pratico che anima le scelte delle aziende. Non sia detto in senso deprimente, beninteso, ma come spunto di riflessione anche per chi, pure in questa fase complessa, spinge per convincere le aziende a fare investimenti e cambiamenti spesso poco compresi e, di conseguenza, destinati a restare lettera morta.

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