HPE, gli highlight di Discover 2018 tra hybrid cloud e intelligent edge

Un incontro con il top management della filiale italiana di Hewlett Packard Enterprise per fare il punto sugli annunci dell’evento globale di metà giugno a Las Vegas

Autore: Edoardo Bellocchi

Appuntamento a fine luglio nel rinnovato quartier generale di HPE a Cernusco sul Naviglio, alle porte di Milano, per fare il punto sugli annunci di Discover 2018, evento mondiale svoltosi a metà giugno a Las Vegas.

Stefano Venturi, Corporate Vice President e Amministratore delegato di HPE Italia, entra subito in medias res: “La nuova veste di HPE ha compiuto un anno, e oggi siamo più snelli perché ci siamo focalizzati su quello di cui c’è davvero bisogno nello scenario dell’IT attuale”. Dove l’esigenza numero uno è soprattutto quella di gestire le quantità sempre più enormi di dati e trarne valore di business. Ed è per questo che “HPE punta in maniera decisa su sistemi nuovi e soprattutto su nuove architetture: anche se veniamo da una storia in cui abbiamo dominato il mondo dei server a volume, un mondo che certo non disdegniamo perché rimane rilevante, preferiamo inventare qualcosa di nuovo proprio perché i clienti ci chiedono nuove modalità, in uno scenario nel quale dominano il multicloud e l’hybrid IT, e dove conta saper orchestrare al meglio tutte le risorse a disposizione”, ha proseguito Venturi, rivendicando una sorta di primogenitura sull’hybrid IT, “del quale noi abbiamo iniziato a parlare molti anni fa, mentre adesso ogni vendor ha una strategia di questo tipo”. 

Uno degli annunci più significativi del Discover 2018 di Las Vegas è quello relativo a GreenLake Hybrid Cloud, una nuova modalità di consumo progettata per aiutare i clienti a gestire e ottimizzare i cloud on-premise e off-premise: si tratta di un modello operativo cloud automatizzato e standardizzato su best practice HPE, che permette di consumare esattamente le risorse cloud di cui le aziende hanno bisogno, indipendentemente da dove risiedano in concreto i workload. In questo modo, si paga solo l’effettivo utilizzo delle infrastrutture, in modalità sia Opex sia Capex e in pieno spirito cloud. 

L’altro grande annuncio è quello relativo agli investimenti sull’Intelligent Edge: a sottolinearne l’importanza è sapere che la società investirà in questo ambito 4 miliardi di dollari nel prossimo anno, e Stefano Venturi ribadisce che con le enormi masse di dati che si producono in continuazione, diventa impossibile pensare di elaborare tutto al centro del sistema, ovvero nel data center o nel cloud centralizzato. “Secondo alcune ricerche, da qui al 2022 passerà dal centro solo il 25 per cento dei dati, e questo impone la presenza crescente di computer piccoli ma sempre più performanti grazie anche al memory driven computing”, ha spiegato Venturi, sottolineando che quella dell’intelligent edge è “una nuova frontiera dagli sviluppi interessantissimi e ancora inesplorati, che apre molte opportunità sia per chi fa networking sia per chi si occupa di computing, perché vi si possono inventare tante cose nuove”. Significative, in questo ambito, sono anche le partnership con ABB e Rittal per portare capacità di computing nell’edge.  

Al centro, Stefano Venturi, alla sua destra Paolo Delgrosso e alla sua sinistra Claudio Bassoli


Altri temi caldi sono quello del memory driven computing, per il quale HPE ha creato negli Stati Uniti un incubatore di idee e ha allo studio il modo di portarlo anche in Italia, e quello dell’HPC, High Performance Computing, che sta dando notevoli soddisfazioni a HPE, la prima delle quali è sicuramente quella del data center dell’ENI, il più potente sistema di calcolo al mondo a livello industriale, di cui ha parlato più diffusamente Claudio Bassoli, Vice President Industry Segment Sales di HPE Italia, che ha citato anche i casi del data center dell’Aeronautica Militare e il Blue Brain Project della Ecole Polytechnique Federale di Losanna in Svizzera, che ha installato un supercomputer HPE per migliorare la comprensione del cervello dei mammiferi attraverso ricostruzioni e simulazioni digitali.  Infine, grande spazio anche ai Partner con Paolo Delgrosso, il manager che in casa HPE è il guru del Canale e che ha illustrato in dettaglio traguardi e programmi di questa componente importantissima per le strategie dell’azienda, con gli Innovation Lab in prima linea. 

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