Red Hat ha presentato
OpenShift, una
Platform-as-a-Service (PaaS) per gli sviluppatori che operano in ambienti open source.
Red Hat OpenShift offre un nuovo livello di scelta in termini di linguaggi, architetture e cloud che gli sviluppatori possono utilizzare per costruire, testare e gestire le loro applicazioni.
Basato sulla vasta expertise di Red Hat su
JBoss, OpenShift offre al mercato PaaS funzionalità innovative, tra cui
CDI, e prevede il supporto di
Java EE 6, estendendo la funzionalità PaaS ad applicazioni più ricche ed esigenti.
OpenShift è pensato per porre fine al
lock-in in ambito PaaS, permettendo agli utenti di scegliere il fornitore cloud sul quale girerà la loro applicazione. OpenShift sarà disponibile come servizio online all'indirizzo
http://openshift.redhat.com.
Red Hat OpenShift supporta un più elevato numero di framework di sviluppo per Java, Python, PHP e Ruby tra cui Spring, Seam, Weld, CDI, Rails, Rack, Symfony, Zend Framework, Twisted, Django e Java EE, oltre a comprendere data store e file system distribuiti SQL e non.
Basato sullo standard di interoperabilità
DeltaCloud, OpenShift è progettato per permettere agli sviluppatori di utilizzare le loro applicazioni su qualunque
Red Hat Certified Public Cloud Provider supportato, eliminando il lock-in associato con i vendor PaaS di prima generazione.
OpenShift porta in ambito PaaS la forza degli ecosistemi Red Hat e JBoss, offrendo agli sviluppatori accesso ad un'ampia gamma di servizi middleware.
Per esempio, OpenShift viene presentato con il supporto per
MongoDB e altri servizi certificati per
Red Hat Enterprise Linux.
Oltre ai servizi pensati per soddisfare le esigenze degli sviluppatori cloud, OpenShift dispone dei servizi JBoss di Red Hat quali transazioni, regole di business e messaggistica, fornendo un rapido percorso verso la nuvola per gli sviluppatori aziendali.