Marcegaglia: Confindustria va riformata

Per la presidente Emma Marcegaglia, è venuta l'ora di riformare la Confindustria: attività più legate al territorio, meno passerelle e convegni. Vicenda Fiat stimolo al cambiamento.

Autore: Redazione ImpresaCity

"È venuta l'ora di riformare la Confindustria". Lo ha affermato la stessa presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, nel corso di un'intervista al Corriere della Sera.
"E quando dico riformare la Confindustria – puntualizza la Marcegaglia - non penso solo di tagliare i costi ma di decidere che mestiere vogliamo fare in futuro. Quale rappresentanza diamo alle imprese".
La voglia di cambiamento è presente da tempo nelle intenzioni della presidente: "già quando sono stata eletta - racconta - avevo in testa l'obiettivo di rendere la confederazione più snella ed efficiente, poi la grande crisi ci ha costretto tutti a cambiare agenda e a tamponare l'emergenza. Ora che un po' di cose si sono assestate, non ha più senso indugiare".
Ma come sarà, nel concreto, la nuova Confindustria?
La prima cosa da fare è "rafforzare il ruolo delle unioni territoriali per essere più vicini alle imprese": "siamo già federalisti, e vogliamo diventare iperfederalisti" spiega la Marcegaglia. L'indicazione arriva direttamente dall'osservazione che tutte le riforme partite dall'alto sono fallite: occorre partire dal basso, dalle best practice concrete, piuttosto che dettare una linea uguale per tutti.
Un altro punto fondamentale è quello di "tagliare" le attività formali dell'associazione, per diminuire i costi e rendere più efficiente l'organizzazione: ''organizzare meno passerelle, meno convegni costosi. Ci si riunirà quando si avrà qualcosa da dire''.
Nel corso dell'intervista, spazio anche alla questione Fiat. "Non ho remore a dire che considero la vicenda Fiat uno stimolo al cambiamento" ha affermato la numero uno di viale dell'Astronomia.
"Noi dobbiamo uscire da un vecchio schema fordista di fare rappresentanza – ha proseguito - un format unico per tutti. In campo sindacale vuol dire aprire ai contratti aziendali, si fa rappresentanza quasi su misura ma non è affatto vero che scomparirà il contratto nazionale".
Riassumendo, ha concluso la Marcegaglia, "non amo il Far West. Voglio adeguare la contrattazione al dopo-crisi".

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