Libici in UniCredit, la Consob vuole vederci chiaro

Aumenta il peso di istituti libici nell'azionariato di UniCredit. Preoccupata la Lega, la Consob avvia un'indagine.

Autore: Redazione ImpresaCity

La Libia continua a far discutere il nostro paese. Dopo il clamore suscitato dalla visita del presidente Gheddafi in Italia, ora l'attenzione si sposta sulla quota di UniCredit detenuta da entità del paese africano.
La questione è semplice: la Libia ha recentemente aumentato la propria partecipazione nell'istituto di credito, portandosi al 7%. In realtà, però, tale quota è divisa in due tronconi diversi, uno posseduto dalla Central Bank of Lybia (banca centrale del paese), pari al 4,99%, e l'altro dalla Libyan Investment Authority (un fondo governativo), pari al 2,075%. Ma entrambi fanno capo al governo del Colonnello Gheddafi, e potrebbero quindi essere considerati come una singola entità.
In questo caso, la Libia andrebbe a violare una norma dello Statuto di UniCredit che afferma che non si può superare la soglia del 5%.
A protestare contro la presenza libica nella banca sono soprattutto gli azionisti appartenenti alla Lega.
"Dobbiamo vedere il piano di riorganizzazione di UniCredit e la gestione degli esuberi previsti, cioè come in concreto verranno fatti, ma soprattutto a noi interessa dove verranno fatti" ha commentato in proposito il sindaco di Verona Flavio Tosi in un intervento a Radio 24.
"I piani strategici li decide il consiglio di amministrazione – ha proseguito -ma se lì c'è una presenza rilevante di soci poco legati al territorio, questi potrebbero avere delle strategie più ciniche e meno disponibili a mediare le istanze con il territorio".
E la Consob ha avviato un'indagine, interpellando i due istituti libici per verificare se tra loro sussistano dei collegamenti.

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