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HPE Aruba, anche l’hospitality guarda alle nuove reti

Tecnologie e servizi di rete edge to cloud con AI e sicurezza: ne parla il nuovo Country Manager per l’Italia

Autore: Edoardo Bellocchi

Da aprile scorso nuovo Country Manager per l’Italia di HPE Aruba, Edoardo Accenti ha colto l’occasione di un incontro a inizio luglio per ricapitolare le recenti novità dell’offerta, illustrate congiuntamente con Alessandro Ercoli, System Engineering manager di HPE Aruba. Focus quasi obbligato, visto il periodo estivo propizio per le vacanze, è stato l’evoluzione in atto nel settore hospitality, dalla quale si posso trarre indicazioni utili anche per altri comparti.

Il punto di partenza è quello della collaborazione di HPE Aruba con la società specializzata in trend globali Foresight Factory, che ha indagato per scoprire in che modo gli operatori dell'hospitality potranno adattarsi all'evoluzione delle esigenze dei clienti, per offrire il perfetto punto di equilibrio tra mondo digitale e mondo fisico,


Edoardo Accenti di HPE Aruba

Le tendenze nell’hospitality

Ora che il settore hospitality è in ripresa dopo anni di trasformazioni che hanno portato l'intero settore ad adottare soluzioni tecnologiche allo scopo di sopravvivere, hotel, locali pubblici e altre strutture si sono specializzati nell'offerta di esperienze digital-first trasparenti. Guardando avanti, tuttavia, affidarsi alla tecnologia digitale implica anche sfide per un settore che si basa sul contatto umano. E questo è coerente con quello che è il posizionamento di HPE Aruba, che è quello di “proporre un’innovazione guidata dal principio ‘customer first/customer last’, mettendo cioè il cliente al centro della tecnologia e cercando sempre di anticiparne le esigenze in base ai trend che guidano i diversi settori verticali”, spiega Edoardo Accenti

In sintesi, sono cinque i trend più rilevanti emersi dall’indagine di Foresight Factory: in primo luogo, gli operatori dell'ospitalità offriranno opzioni senza presenza, anche sfruttando tecnologie come la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR). Inoltre, la guest experience inizierà ben prima di arrivare e terminerà ben dopo essersene andati: in futuro i clienti non faranno più nulla senza aver prima sperimentato un'opzione digitale immersiva completamente interattiva, con l'esperienza virtuale che diventerà un preludio all'evento vero e proprio, e con nuovi servizi post-permanenza per completare l'esperienza.

Terzo trend è quello della crescente importanza delle community: gli operatori hospitality costruiranno community di attività completamente connesse e basate sulla stessa rete in modo da fornire una guest experience totale. Quarto: gli operatori si concentreranno non solo su quello che gli ospiti dicono ma anche su come si sentono, e grazie anche all’AI predittiva, il customer service potrà dare ai clienti ciò che vogliono prima ancora che sappiano di volerlo. Infine, i dati sono diventati una questione bidirezionale, e ci si aspetta che gli operatori dell'hospitality restituiscano gli insight ai loro ospiti.


Alessandro Ercoli di HPE Aruba

Intelligenza in rete

La direzione è quindi tracciata: occorre trarre il massimo valore dalle informazioni, in modo da realizzare interazioni in grado di fornire esperienze significative, ed è per questo che non è più sufficiente l’installazione di semplici soluzioni di connettività, ma bisogna guardare all’intera infrastruttura. Che significa innanzitutto “Intelligent Edge”, tramite la piattaforma cloud-native Aruba ESP, Edge Services Platform, che comprende tutti gli strumenti necessari a una gestione automatizzata della rete, con sicurezza dall’edge al cloud, e la raccolta delle informazioni di rete, elaborate poi dall’AI sia per risolvere eventuali problemi sia per un più rapido deployment dei servizi di networking. Si tratta, prosegue Accenti, di "una proposizione utile non solo per l’hospitality, ma per altri settori, come per esempio il manufacturing, che vede in Italia la presenza di un tessuto produttivo molto importante, e per il quale contano molto la continuità del servizio di connettività e soprattutto di un livello di automazione che permetta di adattarsi all’evoluzione prevedibile e non prevedibile dell’azienda”.

A tutto cloud

Naturalmente, si parla sempre più anche di cloud, cioè di sfruttarne le capacità per gestire al meglio le infrastrutture: l’offerta di elezione è qui Aruba Central, la soluzione di networking basata su cloud, della quale è un elemento qualificante la raccolta delle informazioni di funzionamento che poi vengono analizzate dall’AI per ottimizzare flussi di lavoro e sicurezza, oltre che “ragionare in una logica di distribuzione delle infrastrutture, che sono ormai dislocate su più siti, con costi di gestione che crescono se non si coordina tutto al meglio”, evidenzia Accenti, “tramite una dashboard unificata, in un contesto in cui le SD Wan permettono di poter contare su performance diverse rispetto alla tipologia dei dati e delle applicazioni”.

Ma il cloud è protagonista anche per quello che riguarda il cambiamento nelle modalità di acquisto, come l’as-a-Service, che vede oggipiù dell’80% delle aziende valutare le modalità a consumo, anche in relazione alla flessibilità offerta da questa tipologia di acquisizione delle tecnologie, che permette di fronteggiare al massimo l’imprevedibilità delle esigenze nel corso del tempo”, fa notare Alessandro Ercoli. Quella stessa flessibilità che è anche al centro di HPE Greenlake, e che da pochi mesi è stata estesa anche all’offerta Aruba, con HPE Greenlake for Aruba, in perfetta coerenza con la strategia dall’edge al cloud delineata a suo tempo dal numero uno di Hewlett Packard Enterprise Antonio Neri.

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