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L'Europa approva gli aiuti di Roma al 5G

Luce verde di Bruxelles per i due miliardi stanziati da Roma a favore delle reti 5G nelle aree "svantaggiate" dal mercato

Autore: Redazione ImpresaCity

La Commissione europea ha approvato il piano italiano da due miliardi di euro per lo sviluppo delle reti 5G nazionali che era stato presentato circa un mese fa. La misura rientra nella strategia che l'Italia ha messo in atto per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del Paese, sottolinea la Commissione. E, secondo Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, contribuisce anche "agli obiettivi strategici dell'UE relativi alla transizione digitale".

Tutti gli investimenti e le riforme che comportano aiuti di Stato previsti dai vari piani nazionali collegati a Next Generation EU devono essere notificati alla Commissione per una approvazione preventiva. Lo scopo è ovviamente evitare che un piano presentato come strumento per dare impulso alla digitalizzazione nazionale nasconda in realtà aiuti di Stato che limitano la concorrenza, nazionale e comunitaria.

Non ci sono problemi di questo genere per il piano di finanziamenti previsto per le reti 5G italiane. In particolare, la Commissione ha ratificato che gli aiuti vanno effettivamente a favorire le aree cosidette a "fallimento del mercato". Ossia quelle dove al momento non esistono né sono previste reti mobili che soddisfino adeguatamente le esigenze degli utenti finali, proprio perché nessun operatore ha ritenuto vantaggioso investirvi.Per queste valutazioni la misura presentata da Roma ha effettivamente un effetto di incentivazione del mercato 5G. Incentivazione che non dovrebbe introdurre distorsioni della concorrenza tra operatori. Perché quelli che beneficeranno degli aiuti saranno scelti con - spiega la Commissione - "una procedura di gara aperta, trasparente e non discriminatoria".

Gli aiuti approvati prevedono sovvenzioni dirette a favore dei fornitori di servizi di comunicazione. La misura finanzierà da un lato la realizzazione di reti di backhaul per collegare le base station mobili che, entro il 2026, ne saranno ancora sprovviste, dall'altro l'installazione di base station 5G che offrano una velocità minima in download di 150 Mbps e una in upload di 30 Mbps. Questo sempre nelle zone dell'Italia che, entro il 2026, non saranno servite da reti con velocità di download superiore a 30 Mbps.

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