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IBM: cloud ibrido e AI trasformano il settore del retail

Uno studio rileva che un consumatore su quattro predilige lo shopping ibrido come metodo di acquisto e che il 62% è disposto a cambiare le proprie abitudini ai fini di una maggiore sostenibilità

Autore: Redazione ImpresaCity

Sono interessanti le risultanze di uno studio condotto da IBM Institute for Business Value con National Retail Federation, ovvero la più grande associazione mondiale del commercio al dettaglio, che rivela le crescenti preferenze dei consumatori per esperienze di acquisto sostenibili e accessibili da più punti touchpoint, fisici, digitali e ibridi.  

Lo studio “Consumers want it all”, giunto alla seconda edizione coinvolgendo oltre 19.000 consumatori in 28 Paesi, Italia compresa, rileva un aumento dello shopping ibrido, che integra canali fisici e digitali nell’esperienza di acquisto: le abitudini di spesa che i consumatori hanno adottato per necessità durante la pandemia stanno infatti diventando parte della routine. I retailer devono quindi essere più pronti e flessibili per soddisfare le esigenze dei clienti, integrando le esperienze digitali e in-store.

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Tra i risultati dell’indagine è da segnalare che il 72% degli intervistati privilegia ancora il negozio fisico come metodo di acquisto primario, in tutto o in larga parte, mentre i motivi principali per cui gli intervistati scelgono di recarsi in negozio comprendono l’opportunità di toccare e valutare meglio i prodotti prima di acquistarli (50%), di poter scegliere (47%) e la possibilità di procedere immediatamente all’acquisto (43%), anche se l’esperienza che i consumatori cercano in negozio varia a seconda della categoria di prodotto.

Da notare che più di un quarto (il 27%) degli intervistati riferisce di preferire lo shopping ibrido, con gli appartenenti alla Gen Z tra i più propensi a scegliere questa modalità rispetto agli altri.

Lo studio IBM rivela inoltre che dal 2020 la sostenibilità ha assunto sempre più rilievo per i consumatori e influenza sia le decisioni di acquisto sia le preferenze di brand. I consumatori “purpose-driven”, cioè quelli che scelgono prodotti e marchi in base ai valori trasmessi, come la sostenibilità, rappresentano ora il più grande segmento tra i consumatori intervistati (44%).

Non solo: il 62% degli intervistati è disposto a cambiare le proprie abitudini di acquisto per ridurre l'impatto ambientale, rispetto al 57% di due anni fa, mentre la metà degli intervistati afferma di essere disposta a pagare un sovrapprezzo medio del 70% per avere prodotti sostenibili, circa il doppio rispetto a quanto indicato nel 2020. Va però notato che vi è tuttora un divario tra le intenzioni e le azioni: in riferimento agli ultimi acquisti effettuati, solo il 31% degli intervistati riferisce di aver comprato solo o in gran parte prodotti sostenibili. 

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Sebbene molti dei consumatori intervistati riconoscano ancora il valore aggiunto della tradizionale esperienza di shopping in negozio, c’è ora una grande aspettativa in termini di flessibilità nel costruire il proprio percorso di acquisto, a seconda delle abitudini prevalenti per la propria fascia d'età, gli strumenti disponibili e la categoria di prodotto. Questo approccio 'ibrido' segna un cambiamento fondamentale nel comportamento dei consumatori", commenta Mark Mathews, Vice President of Research Development and Industry Analysis presso la National Retail Federation.  

L'indagine mostra che nell'ultimo anno la sostenibilità è diventata sempre più importante per i consumatori, anche se permane ancora un divario tra le intenzioni e le azioni a causa della mancanza di informazioni nel processo di acquisto. È sempre più essenziale che i brand diano evidenza di scelte e opzioni sostenibili in ogni fase dell'esperienza del cliente. Allo stesso tempo, lo shopping ibrido ha preso piede nella maggior parte delle categorie di acquisto, in particolare per i beni destinati alla casa e all'abbigliamento; mentre i negozi fisici continuano a giocare un ruolo predominante per la spesa alimentare, lo shopping ibrido sta crescendo anche in questa categoria”, conclude Luq Niazi, Global Managing Director IBM Consumer Industries. "Nonostante l'impatto del Covid-19, abbiamo notato come brand leader nel retail stiano trasformando continuamente e rapidamente il business, l'esperienza dei clienti e le supply chain grazie a tecnologie come AI, cloud ibrido e blockchain per andare incontro a queste molteplici preferenze".

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