La Sanità alla prova della trasformazione digitale

Aumenta il ritmo di crescita degli investimenti e inizia ad affacciarsi l’AI

Autore: Edoardo Bellocchi


Trasformazione digitale e Sanità. Un binomio ormai inscindibile. E dai contorni ancora da esplorare fino in fondo. Al riguardo, i dati più recenti, quelli dello scorso maggio, dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano parlano di una spesa 2018 per la Sanità Digitale in aumento del 7 per cento, per un valore di 1,39 miliardi di euro in totale, ma soprattutto con un impulso al trend di crescita iniziato l’anno precedente, quando l’incremento era stato del 2 per cento.

Analizzando i dati del Politecnico più in dettaglio, si scopre che le strutture sanitarie sostengono la quota più rilevante della spesa, con investimenti pari a 970 milioni di euro, in crescita del 9 per cento rispetto al 2017, seguite dalle Regioni con 330 milioni di euro (più 3 per cento), dai Medici di Medicina Generale con 75,5 milioni (più 4 per cento), pari in media a 1.606 euro per medico e dal Ministero per la Salute, con 16,9 milioni di euro, contro i 16,7 milioni nel 2017. I sistemi dipartimentali e la Cartella Clinica Elettronica (CCE) sono gli ambiti di innovazione digitale che raccolgono i budget più elevati, rispettivamente 97 e 50 milioni di euro, e sono considerati prioritari dalle strutture sanitarie (indicati rispettivamente dal 50 e dal 58 per cento delle aziende), mentre inizia a prendere piede l’Intelligenza Artificiale, con circa 7 milioni di euro di risorse stanziate e il 20 per cento dei Direttori sanitari che la ritiene rilevante.
 

Guardare all’Intelligenza Artificiale

“Il tema dell’Intelligenza Artificiale in Sanità è molto attuale”, conferma a ImpresaCity Silvia Piai, Research Director di IDC Health Insights Europe, spiegando che “anche il tema connesso del Machine Learning sta tornando di prepotenza di attualità. Parlando però di Intelligenza Artificiale con i Big Data, ci sono molte possibilità di utilizzi con i dati già esistenti, anche se, per arrivare a quello che da più parti si definisce un Sistema Sanitario ‘Intelligente’ o ‘Virtuoso’, è necessario lavorare molto sul data management, dove un tema tra i più importanti è quello della normalizzazione dei dati, in quanto talvolta in numerosi discorsi che si fanno intorno ai data lake si rivelano ancora poco incisivi in termini di risultati”.

Allargando il discorso a livello europeo, sempre con l’aiuto di IDC, nello specifico con la “European Vertical Markets Survey, 2018–2019”, vediamo che l’adozione dell’Intelligenza Artificiale è piuttosto avanzata in Francia e nell’area Nord, ovvero in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia. In dettaglio, la Francia sta incoraggiando l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale tramite l’implementazione pratica di numerosi progetti a livello di intero Paese, mentre la Germania è in una fase di esplorazione delle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale attraverso la ricerca e gli investimenti in ambito accademico.
 

Strumenti digitali in crescita

Tornando al nostro Paese, i dati dell’Osservatorio Sanità del Politecnico mostrano come gli strumenti digitali siano sempre più presenti anche anche nella quotidianità dei medici, che li utilizzano per comunicare con i propri pazienti: l’85 per cento dei Medici di Medicina Generale e l’81 per cento dei medici specialisti utilizza la mail per inviare comunicazioni ai pazienti, mentre WhatsApp è usato dal 64 per cento dei primi e dal 57 per cento dei secondi. Di converso, meno di un cittadino su cinque usa la mail o WhatsApp per comunicare col proprio medico, e solo il 23 per cento prenota online una visita specialistica, mentre il 19 per cento effettua il pagamento sul web.  

Servizi in pole position

Passando a esaminare i servizi digitali, secondo il Politecnico quelli più utilizzati nelle aziende sanitarie sono la prenotazione e il pagamento online delle prestazioni sanitarie, presenti rispettivamente nell’88 e nel 76 per cento delle strutture analizzate, che vengono principalmente messi a disposizione attraverso siti web o App, e che in quasi la metà dei casi sono fruibili tramite piattaforme regionali, spesso collegate al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Il Fascicolo Sanitario Elettronico può rappresentare, infatti, un potente strumento per offrire servizi digitali al cittadino in modo centralizzato e uniforme, ma l’indagine condotta dall’Osservatorio Sanità in collaborazione con Doxapharma su un campione di 1.000 cittadini mostra che solo il 21 per cento dei cittadini ne ha sentito parlare. 

La parola ai CIO

Infine, i dati del Politecnico mostrano che la maggior parte dei CIO delle aziende sanitarie, esattamente il 62 per cento, ritiene che l’obiettivo prioritario legato all’offerta di servizi digitali al cittadino sia la riduzione dei tempi di attesa dei pazienti. Le principali barriere che frenano l’adozione di servizi innovativi sono i problemi derivanti dall’interoperabilità dei diversi sistemi applicativi e dalla coesistenza fra nuovi sistemi e quelli già in uso, indicata dal 57 per cento dei CIO, e quelle legate al rispetto della privacy e del GDPR, menzionate dal 32 per cento.
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