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Tre semplici modi per misurare la produttività nel mondo agile

I Cio hanno bisogno di tenere sotto controllo la produttività delle proprie risorse It. Ecco qualche indicazione per andare oltre i numeri.

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Quanto sono produttive le persone che fanno parte delle strutture It delle aziende? Questa è una domanda che tutti i Cio si pongono regolarmente, cercando modalità per ottenere dei numeri che possano fornire risposte utili.
Bisognerebbe tuttavia iniziare a chiedersi anche quali sono le vere ragioni che ci sono dietro questo interrogativo. Perché si misura la produttività o si dovrebbe farlo? Per ragioni di trasparenza o per rendere conto del proprio operato? Per influenzare comportamenti e culture?
Proviamo, di seguito, a elencare tre metriche semplici ma d'impatto, utilizzabili in aziende agili per misurare la produttività e quanto siano più o meno alte le prestazioni di un'organizzazione. 

Lead time

Il lead time si può definire la regina delle metriche. Con questo termine si identifica quanto tempo occorre a un “lavoro” per viaggiare all'interno dell'intero sistema, dalla progettazione alla monetizzazione.
Quanto velocemente il valore viene rilasciato ai clienti? In linea generale, lead time troppo lunghi indicano sprechi. Gli esperti di metodologie lean Mary e Tom Poppendieck indicano come oltre l’80% del time-to-market contenga sprechi sotto forma di ritardi o lavori senza valore aggiunto. Questo si traduce rapidamente in gravi costi legati a ritardi, che incidono direttamente sugli utili di un'azienda sia per il valore non trasferito alla clientela sia per le ore di lavoro utilizzate male.
Come si presentano lunghi lead time nel mondo reale? Facciamo un possibile esempio. Una società nella quale occorrano fino a sei mesi per ottenere l'approvazione di un business case e altri dodici mesi per rilasciare un progetto genera un lead time di 18 mesi per trasferire valore ai clienti. In queste condizioni, un progetto diventa operativo sulla base di requisiti definiti almeno un anno prima e presenta quindi potenziali anacronismi.
Nel caso in cui il volume di attività sia destinato a crescere, automaticamente si riduce la velocità operativa. In termini pratici, ne risente la produttività. Azioni per ridurre il lead time sicuramente possono essere positive, ma ancora non indicano quanto produttivo sia un gruppo di lavoro. 

Predictability

La “predictability”, o capacità di prevedere, fa da complemento al lead time ed è un'altra metrica tra le più rinomate. In sostanza, non solo si punta ad ottenere un lead time più corto, ma anche a conoscere quando un lavoro deve essere eseguito e quando sarà trasferito valore ai clienti.
Una regione geografica frequentemente battuta da piogge e uragani e in mezzo alla quale scorre un fiume sa generalmente qual è il volume di acqua ritenuto sicuro e si avvale del supporto di specialisti per conoscere in anticipo le previsioni meteorologiche. Si può dire lo stesso del portfolio di un'azienda? Qual è il volume di lavoro che puoi gestire e quanto rapidamente i frutti arrivano alla clientela? Spesso si tratta di informazioni non conosciute.
Certamente non è così per il mondo manifatturiero, dove si movimentano componenti fisiche e facilmente tracciabili. Ma nei casi in cui il lavoro sia meno tangibile è più facile che invisibili sprechi erodano significativamente la capacità.
Prevedere i tempi di rilascio non solo aumenta i profitti e riduce i colli di bottiglia, ma crea anche fiducia sul rispetto dei tempi indicati e sul fatto che il portfolio possa produrre il numero di caratteristiche e requisiti promessi. È ovvio che un cliente sia più portato a lavorare con aziende che rispettano i tempi pattuiti.
Quali azioni occorre intraprendere per aumentare la “predictability”? Occorre conoscere la capacità e la velocità del portfolio. Una volta che i requisiti siano stati logicamente raggruppati in caratteristiche, si può usare il framework SAFe per avere una visualizzazione rapida di quanto lavoro sia in corso e quanto in pipeline.
Aziende che posseggano lead time brevi e alta capacità di prevedere sono probabilmente produttive. Ma c'è una terza metrica che supera le due fin qui descritte. 

Felicità

La felicità è la più importante metrica, perché in un'economia della conoscenza le persone di talento rappresentano il vero vantaggio competitivo. Semplificando, dipendenti felici rilasciano buoni prodotti, il che porta a clienti soddisfatti e alti profitti. Naturalmente, è vero anche il contrario. Sapere se le proprie risorse interne siano o meno felici e perché, è strettamente correlato alle motivazioni. Dare alle persone autonomia, potere e scopi crea il mix di motivazioni migliore.
Come si fa ad acquisire queste informazioni? Basta chiedere. Non solo attraverso survey anonime e periodiche. Meglio agire anche con rapporti più diretti e verifiche fatte singolarmente o su piccoli gruppi. È bene anche conoscere cosa renda le persone più o meno felici. Riuscire a migliorare su questo fronte ha un'influenza diretta anche sul lead time e la predictability.
In conclusione, non c'è una sola metrica per individuare la produttività del proprio team. Avere informazioni su lead time, predictability e felicità, ragionevolmente consente di fornire le informazioni adeguate non solo a livello di team, ma anche di portfolio e azienda.

*Solution Account Director, Southern Europe, CA Technologies
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