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Le infrastrutture fabric-based alla base dei futuri data center

Paolo Lossa, regional manager di Brocade Italia e Iberia, commenta l’evoluzione in atto verso nuovi livelli di automazione e le prospettive delle reti software-defined.

Cloud
Le parole d'ordine del futuro tecnologico delle aziende si stanno scrivendo in questo periodo. La tendenza alla virtualizzazione delle infrastrutture, partita dai server ma destinata a estendersi ad altre componenti, e il passaggio, lento ma obbligato, al cloud computing, stanno influenzando l'evoluzione delle reti nella direzione del concetto di software-defined oggi molto propagandato. Dietro le definiioni e gli acronimi, tuttavia, cosa in concreto occorre considerare, in questa fase, per preparare il data center aziendale ai passaggi che ne segnaranno il futuro? Ne abbiamo parlato con Paolo Lossa, regional manager di Brocade Italia e Iberia.

Dando più o meno per acquisito che, in qualche modo, gran parte delle aziende italiane di medie e grandi dimensioni hanno virtualizzato in buona misura il proprio data center, ora l’attenzione parrebbe essere concentrata soprattutto sul concetto di agilità e sulla ricerca di strumenti di orchestrazione e gestione che possano contribuire a ottenerla. Quale contributo può dare, in questo senso, l’architettura Brocade Ethernet Fabric?
brocade-paolo-lossa.jpgL’impegno di Brocade è rivolto verso il progresso del data center di prossima generazione con la fornitura di Ethernet Fabric semplificati ed efficienti, in un’architettura altamente automatizzata che costituisce la rete di fondo ideale per i data center virtualizzati e cloud-based. La nostra attività di sviluppo ha l’obiettivo di incrementare l’agilità It e garantire un Roi più veloce ai nostri clienti. Le recenti novità di prodotto introdotto a portfolio, le soluzioni multi-tenant, tra cui Vcs Virtual Fabric, e le aggiunte alla gamma di switch Brocade Vdx, estendono questa visione con capacità potenziate che rispondono ai nuovi imperativi del data center, quali la virtualizzazione delle reti e l’evolversi dei requisiti nei data center dei Cloud service provider e delle aziende. I modelli legacy e le architetture di rete tradizionali non sono in grado di garantire l’agilità e la flessibilità di supportare i carichi di lavoro virtualizzati on-demand. Di conseguenza, quando il business effettua la migrazione verso il computing virtuale, è necessaria anche l’evoluzione della rete. I fabric di rete sono gli abilitatori chiave dell’evoluzione verso la virtualizzazione e il cloud. Attraverso la combinazione di performance, disponibilità e scalabilità ancora più elevate, i fabric rappresentano il fondamento dei data center del futuro. Semplificando la gestione di rete, potenziando l’automazione e l’efficienza, la tecnologia Brocade Vcs fabric consente lo snellimento dei processi manuali e riduce i costi OpEx del 50%, due degli elementi chiave che influenzano la scelta di investimento It.  

Perché state spingendo in modo particolare sul supporto OpenFlow?
OpenFlow è un protocollo Sdn di comunicazione emergente, standard del settore, che fornisce l'accesso tra il piano di forward di uno switch o di un router di rete e un controller, che permette di facilitare la gestione e l’engineering del traffico. OpenFlow fornisce un migliore controllo programmatico della rete, consentendo lo sviluppo di nuove applicazioni di rete per gli ambienti virtualizzati. Brocade offre soluzioni OpenFlow-enabled e OpenFlow-ready nella gamma switching e routing per consentire alle aziende di gestire al meglio la complessità di rete, supportando il traffico tradizionale e quello OpenFlow simultaneamente su una singola porta ibrida. In questo modo saranno in grado di ottimizzare le performance e sfruttare una serie di capacità e funzionalità ancora più efficaci, approfittando dei vantaggi dell’Sdn all’interno del data center, della Wan e della rete campus. 

Quale livello di conoscenza e interesse state riscontrando nelle aziende italiane sul tema del software-defined networking? L’approccio Nfv, che sposta su macchine virtuali funzioni di rete tipicamente gestite via hardware, si sposa con il modo ancora un po’ tradizionale di concepire il data center delle nostre aziende?
L’Sdn sta diventando un tema sempre più centrale ed è compito dei vendor svolgere azioni di formazione su partner e clienti per illustrare tutti gli aspetti tecnologici e i benefici che l’infrastruttura potrebbe ottenere, qualora si avviasse un’iniziativa Sdn. Per quanto riguarda l’Nfv, i service provider tradizionali guardano ad Amazon, Rackspace e ad altri Cloud Service Provider e stanno lavorando per adottare il loro modello senza rinunciare alle necessità di sicurezza, performance e scalabilità. Il modello dei Csp è un sistema altamente automatizzato, orchestrato e virtualizzato per l’installazione di cloud virtuali private. Ciò che rende il modello dei Csp così interessante è la capacità di fornire servizi in modo innovativo e veloce. La motivazione principale, quindi, per adottare la Nfv è per incrementare la velocità con la quale i servizi possono essere implementati grazie alla flessibilità e all’agilità della virtualizzazione. Le sfide tecniche per migrare verso l’Nfv potrebbero porre alcuni ostacoli, ma sicuramente ha il potenziale per realizzare un nuovo paradigma nell’industria networking, permettendo alle aziende e ai service provider di velocizzare la fornitura di applicazioni e servizi ai loro clienti. 

Date le evoluzioni della vostra offerta, come si sta configurando il rapporto con VmWare?
VmWare è un nostro partner tecnologico, con il quale collaboriamo nel segmento della virtualizzazione del server, in continua e rapida adozione. A settembre dello scorso anno Brocade ha collaborato con VmWare per integrare Nxs con la tecnologia Brocade Vcs Fabric per unificare gli ambienti fisici e virtuali con Brocade Vcs Gateway per VmWare Nxs, per consentire ai clienti che desiderano implementare la piattaforma di virtualizzazione di rete VMware Nxs di poter connettere la rete virtuale con gli asset fisici all’interno del data center.
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