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La favola dei phablet

A metà strada fra smartphone e tablet, si fa largo un formato ibrido con qualche caratteristica in grado di trasformare una nicchia in standard di mercato.

Trasformazione Digitale
Mentre la taglia media degli smartphone continua a crescere (per la cronaca, il primo iPhone aveva uno schermo da 3,5 pollici), sta iniziando a prendere spazio il concetto di phablet, in particolare nel segmento dei dispositivi da 5 a 7 pollici.
Se gli smartphone classici restano facilmente trasportabili e collegabili, oggi con l’aiuto della tecnologia 4G, i loro schermi rappresentano un freno, soprattutto per gli impieghi di carattere professionale, qualora si tratti di consultare o manipolare informazioni prese da applicazioni di business. Per altro verso, la lettura di un e-book, la visione di un video, la navigazione o la costruzione di un foglio elettronico sono attività più comodamente eseguibili su un tablet. Questi oggetti, però, soffrono di limiti soprattutto nella connettività (alcuni hanno solo il Wi-Fi) e hanno una dimensione che richiede l’uso di due mani e il trasporto in uno specifico contenitore.   

L’anello di congiunzione
Il phablet rappresenta l'anello di congiunzione fra le due categorie. La dimensione dello schermo è adatta all’attuale tendenza dello sviluppo di applicazioni sempre più ricche, con interfacce sempre più basate sui gesti anziché sui pulsanti. Inoltre, posseggono connessioni 3G-4G ed entrano così nelle offerte dei carrier telefonici. Non è un caso se questi dispositivi hanno avuto un ruolo da vedette a Las Vegas o Barcellona.
La crescita del fenomeno Byod fa sì che le imprese debbano attendersi, già a breve termine, una maggior dotazione di phablet da parte dei propri dipendenti. Se la maggior parte di questi oggetti funziona in ambiente Android, converrà essere piuttosto attenti nello sviluppo delle applicazioni di tipo business. In particolare, occorrerà assicurarsi che non ci siano fossati fra gli utenti dotati di schermi più grandi con ergonomia fluida e gli altri, che ancora si accontentano dei loro classici smartphone.
Il phablet presenta qualche vantaggio in termini di gestione delle flotte aziendali, poiché evita o limita il doppio equipaggiamento. Questo aspetto assume particolare rilevanza per certe categorie di utilizzatori, come gli specialisti di consegne o i venditori, che hanno bisogno di una certa robustezza, di un peso limitato e di una connettività solida, ma anche di uno schermo più grande per le dimostrazioni, il riconoscimento della scrittura o una facile interazione con l’oggetto, all’interno o all’esterno.
Dato il tipo di posizionamento, il phablet non appare una moda passeggera. Abi Research, infatti, prevede che entro il 2015 saranno vendute nel mondo oltre 200 milioni di unità. Una parte non trascurabile di questo numero sarà utilizzata sul luogo di lavoro, creando interessanti opportunità, ma anche vincoli che occorre prendere in considerazione.
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