Uno studio condotto da Ibm mette in luce la crescente importanza del ruolo dei Chief Financial Officer all'interno delle medie imprese e le difficoltà maggiori che essi incontrano.
Circa tre quarti dei
Chief Financial Officer delle medie imprese indica tra le esigenze prioritarie quella di avere
processi decisionali più rapidi e di
ridurre i costi. I Cfo di tali imprese ritengono che le pressioni esterne (economiche, di settore, normative) aumenteranno nei prossimi tre anni e quindi la maggior parte di loro ritiene di dover introdurre importanti cambiamenti per far fronte ai nuovi scenari.
È quanto emerge da uno studio globale condotto da
Ibm su un campione di più di 1.900 Cfo e direttori finanza di alto livello, provenienti da 81 Paesi e 35 settori.
Sempre più spesso i Cfo delle medie imprese sono chiamati a intervenire su questioni decisive per il business quali il cambiamento della domanda, le pressioni dei prezzi, l'evoluzione dei modelli di business, la strategia delle informazioni e allocazione delle risorse.
La grande maggioranza degli intervistati ha sottolineato un
divario significativo tra l'importanza dei temi chiave nell'agenda dei Cfo e la loro efficacia nell'esecuzione.
I divari maggiori sono stati riscontrati nel promuovere l'integrazione delle informazioni (32%), nello sviluppo dei talenti (28%), nella consulenza in tema di strategia aziendale (27%), nella gestione e mitigazione del rischio d'impresa (24%).
Se da un lato i risultati indicano che i Cfo rivestono un ruolo sempre più significativo nelle questioni strategiche e operative, per aiutare l'azienda a prendere decisioni migliori più rapidamente, i Cfo delle medie imprese segnalano comunque
difficoltà nelle aree dell'efficienza finanziaria e del business insight: oltre il 40% delle aziende produce le metriche finanziarie manualmente; il reparto Finanza dedica oltre il 50% del tempo ad attività transazionali e il 50% non dispone di una piattaforma di pianificazione comune; il 36% non dispone di una piattaforma di reportistica comune; circa il 60% non è soddisfatto della propria capacità di pianificazione operativa e di analitica previsionale; Il 47% è scarsamente o mediamente efficace nel prevedere le forze esterne.
Per dare un contributo di valore è importante riuscire a diventare
"integratori di valore", stimolando due qualità essenziali in tutta l'organizzazione:
-
Efficienza della divisione Finanza. Il grado di standard comuni in termini di processi e dati in tutta l'organizzazione;
-
Business insight. Il livello di maturità del talento, della tecnologia e della capacità analitica della divisione Finanza per poter fornire ottimizzazione gestionale, pianificazione ed elementi di conoscenza strategici.
Per consultare i risultati completi della ricerca e lo studio dei casi è possibile visitare
www.ibm.com/cfostudy.
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