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Emc, i volti del Big Data

Rendere i dati un fattore competitivo per le aziende anche per rilanciare il Paese Italia. Aziende, utenti ed esperti a confronto durante l’evento organizzato da Emc “Leading ideas”, tenutosi in questi giorni a Milano, in collaborazione con Sas e Accenture. Con l’obiettivo di comprendere come tradurre valore per il business partendo dai dati.

Trasformazione Digitale
Non è una semplice buzzword, come lo è stato a suo tempo il cloud computing, ma una realtà: il Big Data. Un fenomeno sempre più all’attenzione delle aziende, alle prese con una quantità di dati – testuali, multimediali e relazionali - che cresce in modo esponenziale, di natura eterogenea – strutturati e non – che viaggia velocemente e da cui le aziende vogliono trarre valore per accrescere il proprio vantaggio competivo. Un fenomeno ancora da capire nella sua interezza, dai molti volti e dalle differenti implicazioni.
Un argomento al centro dell’evento 'Leading Ideas' organizzato nei giorni scorsi da Emc Italia in collaborazione con Sas e Accenture che ha visto alternarsi sul palco utenti ed esperti del settore.
emcbigdata3.jpgInquadra il tema Marco Fanizzi, Amministratore Delegato di Emc in Italia: “I Big Data sono intorno a noi e dentro di noi, nelle case e nelle aziende. L'esplosione dei dati digitali parte infatti dai noi stessi. La consumerizzazione  dell'IT fa sì che i consumatori siano produttori di dati come non mai. Sono gli utenti consumer a guidare i cambiamenti. Ed oggi la sfida è quella di rendere i dati un fattore competitivo per le aziende. E’ il momento giusto per cavalcare l’onda: vi sono molte fonti disponibili, si sono abbassati i costi per processare e immagazzinare i dati, le tecnologie per estrarre, analizzare e correlare i dati sono mature. Ma non basta: occorre innovare, trovare il modo giusto per far si che questa mole di dati si trasformi in informazioni da cui trarre valore per il business. E per far ciò occorrono anche nuove figure professionali come il data scientist – dal profilo tecnico ma anche artistico – capaci di interpretare i dati, sviluppare idee innovative e individuare nuovi mercati”.
Il tema si dipana lungo tutta l’evento.
Elisabetta Fersini, Università degli Studi Milano Bicocca e co-Founder Sharper Analytics, pone l’accento su un fatto importante: “Il dato non sempre corrisponde a conoscenza, non tutti i dati sono utilizzabili. L’obiettivo invece per creare valore è quello di scoprire fatti unici e specifici, relazioni tra eventi e capire qual è l'affidabilità dei dati che ci circondano. Per questo è fondamentale aggregare le informazioni e costruire modelli interpretativi, utilizzando strumenti di data web e text mining, modelli computazionali di apprendimento automatico, che imparano dai dati e modelli probabilistici al fine di gestire il grosso problema dell'incertezza dei dati e delle fonti”.
Per Luigi Curini e Stefano Iacus, Università degli Studi di Milano e co-Founder Voices from Blogs: “L'informazione risiede nei dati, occorre leggere le opinioni delle persone: le informazioni sono lì. Per il resto si possono usare algoritmi”. L’idea proposta da Curini e da Iacus si fonda sull’analisi supervisionata - no a dizionari ontologici - e sull’accuratezza nel definire il contenuto semantico. Occore seguire il linguaggio naturale degli utenti; ironia, doppi sensi, metafore...e fare analisi della distribuzione aggregata, non del singolo testo. Così il Big Data diventa un processo semplice che consente di estrarre contenuto aggregato.
Marco Massarotto, Founder & President, Hagakure, società che interpreta le esigenze di chi si occupa di comunicazione digitale e social media, afferma: “Quello dei Big Data sembra essere un problema da sempre – grandi mole di dati da trattare; ma oggi è diventato esplosivo a causa della combinazione deflagrante di due fenomeni quali il social media e la mobilità. La soluzione non si può trovare nell’individuare una singola figura professionale in grado di farsi carico di tutto. Lo snodo sta non solo nel risolvere il problema ma nel creare nuove opportunità, nuovi servizi e strumenti, nuovi mercati....Emerge l’esigenza di un ripensamento di un modello di azienda a silos che deve diventare user-centrica. Occorre riorganizzarsi attorno alle domande che arrivano dagli utenti...E’ un cambiamento non solo tecnologico ma anche sociale. Quindi non è un problema ma un territorio, dove c'è fertilità e dove ci sono nuove dimensioni da esplorare tra il digitale e l’analogico, di prodotto e mercato”.
Valeria Sandei, Ceo Almawave del Gruppo Almaviva, parte da un’idea di base: la tecnologia è in grado di potenziare le capacità degli individui e il tema del Big Data è intrinsecamente connesso con altri driver: social, mobile, cloud che coniugati al meglio riescono a dare risposte tecniche e applicative per impattare ovunque sull’interazione tra aziende e clienti e per favorire la fruizione all'interno delle aziende.
Due gli elementi su cui poggia la proposizione di Almawave: un information and engagement hub e tecnologie people centric. In particolare il concetto di hub dà l’opportunità di catturare dati strutturati e non, non partendo da un modello e da una metodologia di costruizione dai dati predefiniti, ma dal risultato finale. Entrano in gioco information retrival e text mining, strumenti per navigare la conoscenza, semantica e ontologia per catturare ciò che serve per prendere le decisioni, statistica per correlare le informazioni, alert concettuali ...Tutto inserito in processo di gestione delle informazioni che porta alla conscenza fruibile.  

[tit:Casi concreti e campi di applicazione]
Sono le case history e le esperienze di alcuni grandi utenti a mostrare il fenomeno del Big Data in tutta la sua concretezza.
Tra gli esempi pratici vi sono quelli citati da Enza Messina (Università Milano Bicocca e Sharper Analytics) di un progetto europeo nel settore della Giustizia, che è entrato nei tribunali sia italiani che stranieri: 167 corti, 1.400 aule, 150 processi per anno legale con l’obiettivo di rendere la consultazione più efficiente e abilitare i processi decisionali. Nell’ambito finance sono stati sviluppati progetti per raccogliere e utilizzare informazioni esogene e definiti strumenti per integrare dati di mercato di acquisto e vendita ma anche modelli quantitativi per supportare l’attività dei trader.
Luigi Curini cita il caso di analisi di brand reputation relativo alle elezioni presidenziali americane: 50 M di tweet, circa 2M al giorno. “Il risultato finale è stato molto puntuale e vicino a quello reale: meglio di noi solo Nate Silver”.
Almaware cita tra i tanti, il caso Net Servicos in Brasile – 1,2 contatti al mese processati con la tecnologia non solo per la lettura delle informazioni ma come modalità di trasformare i processi.
E sullo sfruttamento dei dati presenti in azienda si sono susseguite le testimonianze di Biblioteca Apostolica Vaticana, Unicredit Business e Poste.
“Per noi il Big Data è relativo al concetto di ‘long term conservation’. Siamo una biblioteca di conservazione, quindi per noi è essenziale riuscire a dare risposta alla  fruizione di dati digitali anche fra 100 anni”, racconta Luciano Ammenti, Responsabile Coordinamento Servizi Informatici e Ced Director, Bibilioteca Apostolica Vaticana. La Bibilioteca Apostolica si è però discostata dal modello standard del Pdf e del formato tif. “In un mondo che punta dritto alla virtualizzazione ci si trovava ancorati a un  formato che blocca le verticalizzazioni e non dà la possibilità di definire facilmente i metadati”. La scelta è andata al formato di conservazione Fitz, progettato per le emissioni lunari della Nasa, un 64 bit già pronto per il 3D.
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Si vira poi verso il settore finanziario con Massimo Messina, Head of Service Line Ict Infrastructure and Applications, Unicredit Business Integrated Solutions:Unicredit Business gestisce una quantità di dati tipicamente strutturati per un consumo mensile di circa 500 terabyte. Il problema vero non è tanto relativo a ciò che si fa oggi ma a ciò che si gestirà domani. Oggi non è l’apice di un'evoluzione tecnologica, siamo nel medioevo di ciò che accadrà: social, sensori, machine genereranno grandi quantità di dati. Sono argomenti che toccano aspetti tecnologici ma soprattutto aspetti commerciali e sociali”. E continua: “Non possiamo solo gestire il quotidiano; dobbiamo essere pronti a cogliere soluzioni e risposte per essere essere vicini al consumatore nel futuro”.
Molti i campi di utilizzo previsti per il Big Data in Unicredit: dalla sicurezza per  fraud detection, all’analisi del rischio di credito, fino all profilatura dei clienti per cercare di anticiparne i comportamenti e studiare situazioni migliorative. Ma anche: analisi di performance e qualità del servizio in termini di monitoraggio in tempo reale di tutte le transazioni Atm e Pos, per capire come si muovono i consumatori e poi il passaggio dal Crm classico alla Customer Experience, lavorando su dati individuabili e dati aggregabili per vedere gli impatti sulle prestazioni di business.
Roberto Saracino, Direttore di Funzione Tecnologie dell’Informazione, Postel, chiude la carrellata di esperienze: “Postel significa 90 milioni di comunicazioni settimanali di servizi postali. Noi gestiamo solo informazione, ossia il dato elaborato che ha valore. Gestiamo le informazioni per i clienti lungo l’intera catena del valore: acquisizione, gestione, supporto e analisi e anche archiviazione”. Saracino sottolinea che oggi esistono ancora grossi problemi nell'accesso e nell'integrazione dei dati al fine di fare qualsiasi tipo di analisi. Per questo è necessario fare un salto per arrivare a una corretta integrazione. E racconta alcuni attività svolte da Postel nell’ottica Big Data: la gestione di 2 miliardi di documenti in maniera informatizzata per i clienti in modo digitale. Su questi però è importante riuscire a costruire valore. Manca ancora l’analisi del contenuto: “Lo step importante va dall’integrità dell'informazione alla  valutazione del contenuto dell'informazione per entrare nei processi”.
In generale sono molti i campi di applicazione del Big Data, solo per citarne alcuni: - Bancario: esigenza dati al dettaglio di NGD e/o deal, evoluzione normativa Basilea 3, elaborazioni molto più frequenti su un livello di granularità maggiore, time to market di rating; - Pubblica Amministrazione: integrazione dati non strutturati con le fonti amministrative, analisi del cittadino (anagrafiche, censimenti...), analisi elusioni e frodi fiscali; - Assicurativo: sviluppo modelli di prezzo più congruenti col profilo della clientela; minor esposizione e rischio, correlazioni e forecasting; - Telco: analisi della rete social per il marketing virale o di prossimità, sentiment analysis;, real time sui dati di rete; - Energy: analisi delle condizioni meterologiche in real time per prevedere situazioni di erogazione energetica.
Senza dimenticare turismo, sanità e trasporti. Vi sono temi trasversali a settori merceologici e alcuni proprio  tipici di settore.  

[tit:La visione di Emc e la collaborazione con Sas e Accenture]
Ma cosa mette in campo Emc in ambito di Big Data? E’ Dario Regazzoni, Strategy & Technology Director di Emc Italia a spiegarlo. “Nell’era del del cloud in cui si affermano nuovi paradigmi e modelli di business l’IT sta cambiando profondamente. In quest’ambito anche il data center si sta trasformando e la virtualizzazione è un elemento fondamentale".
Emc propone un concetto di data center smaterializzato, chiamato software defined data center, in cui l’hardware attraverso le API viene smaterializzato e lo si porta allo strato superiore delle applicazioni.  In questo disegno un’infrastruttura di Big Data poggia su tre ambiti logico-fisici definiti:
- Il primo ambito consente di poter scalare velocemente l’infrastruttura – attraverso tre componenti base: V-Block, l’elemento che ha al proprio interno computing, rete e storage e permette di creare il cloud in modo rapido; Atmos - storage in grado di immagazzinare oggetti in modo delocalizzato; Isilon, uno storage che consente di fare query sui dati che parla nativamente con Hadoop.
- L’ambito della gestione dei dati – qui entra in gioco la piattaforma Pivotal per i Big Data, con componenti hardware e software;  ma anche Hawq,  che esporta verso i sistemi legacy esistenti ciò che possono fare Hadoop e Isilon combinati;  Syncplicity, il corrispettivo di Dropbox per le aziende, in grado di prendere ciò che si vuole condividere in termine di dato e portarlo su differenti dispositivi.
- Il terzo ambito è quello degli analytics e tools – con tecnologie di collaboration di Emc quali Greenplum e Chorus, ma anche utilizzando i prodotti di Business Analytics di Sas.
E proprio della partnership con Sas parla Angelo Tenconi, Analytics &Technology Director di Sas Italia, sottolineando i benefici della piattaforma congiunta Sas per la BA, Emc per l’infrastruttura e Accenture per la capacità di delivery: “La collaborazione a tre mette in campo una piattaforma in grado di sfruttuare dati già presenti in azienda, già disponibili, che permette di visualizzare ed esplorare in modo facile e veloce tutti dati e sviluppare ed eseguire modelli analitici sofisticati su miliardi di righe in pochi secondi. Il Big Data è un game changing, punto di di svolta nel modo di fare business che porta innovazione nelle operation e nei processi con l’obiettivo di migliorare i propri risultati”.
emcbigdata5.jpgE’ il Momento del Big Data
; la convinzione è diffusa. Stefano Sperinbergo, Managing Director IT Strategy Executive di Accenture dice: “Nel passato i dati erano schiavi delle applicazioni. Oggi è il momento di scardinare questa logica. E' la rivincita dei dati", Nei prossimi giorni Accenture lancerà la “Technology Vision" del 2013: ogni business è un business digitale e il Big Data riveste un ruolo centrale all’interno di questa vision”.
Quello dei Big Data è il nostro mondo da 36 anni. Oggi i tempi sono maturi: si fa analisi dei dati in modo sofisticato ma in un contesto di semplicità. Il ritorno sugli  investimenti in tutti i progetti di Big Data e Analytics è passato da anni a mesi e i costi sono più accessibili”, dichiara Marco Icardi, Amministratore Delegato, Sas Italia.
“I Big Data possono rappresentare l’elemento competitivo di rimonta dell'Italia che è sempre stata un passo avanti in termini di innovazione tecnologica”, conclude Fanizzi, AD di Emc.
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