La Cassazione chiarisce quando il software non è legale negli studi professionali

BSA Italia (Business Software Alliance) apprende con grande soddisfazione la sentenza n. 25104/2008 depositata il 19/06 dalla Terza Sezione della Corte di Cassazione che fa chiarezza sulla responsabilità penale dei professionisti che utilizzano software illegali nella propria attività.

Autore: Giulio De Angelis

La sentenza della Cassazione chiarisce che anche i professionisti e gli studi professionali possono essere sanzionati penalmente se utilizzano software non originale, quando questo avvenga con lo scopo di ottenere un profitto e "giuridicamente il fine di profitto include anche il semplice risparmio di spesa" ha specificato Emanuel Arnaboldi, Vice Presidente di BSA Italia. Alla sentenza plaudono anche due importanti aziende della distribuzione informatica come Esprinet e Tech Data in quanto un recente studio pubblicato da BSA e IDC sulla pirateria del software a livello mondiale ha confermato che quasi un software su due in Italia non è originale. Purtroppo questo fenomeno colpisce non solo i software vendor (cioè le aziende che sviluppano il software) ma tutto il canale IT.
Marco Bardelli, Country Manager di Esprinet Italia ha sottolineato che "occorre aiutare gli utenti a capire che l'utilizzo di software copiato illegalmente è sbagliato ed ingiustificabile, soprattutto se avviene in ambito aziendale o professionale. Il software è un asset strategico per qualsiasi azienda, professionista o ente pubblico e l'acquisto delle licenze deve essere considerato alla stregua di qualsiasi altro investimento".

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