Confcommercio: a marzo l'indice di disagio sociale scende a 20,2 (-0,3)

La disoccupazione estesa sale al 14,4%. I prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto aumentano del 2,7%.

Autore: Redazione ImpresaCity

Il MIC - Misery index Confcommercio  di marzo si è attestato su un valore stimato di 20,2 punti (-0,3 punti rispetto a febbraio), invertendo sia pure in misura contenuta la tendenza all'aumento che aveva caratterizzato gli ultimi mesi. Anche a marzo l'andamento del MIC è stato determinato in misura di un certo rilievo dalla componente relativa ai prezzi la cui variazione, per i beni ad alta frequenza d'acquisto, è scesa dal 3,2% di febbraio al 2,7% dell'ultimo mese.
Per contro la disoccupazione estesa è aumentata di un decimo di punto, come sintesi di un incremento della componente ufficiale e di una riduzione di quella relativa alla CIG ed agli scoraggiati.
A marzo 2017 il tasso di disoccupazione è aumentato di due decimi di punto attestandosi all'11,7%. Il numero di disoccupati è aumentato di 41mila unità su base mensile e di 86mila rispetto all'analogo mese del 2016. Nello stesso mese il numero di occupati è diminuito di 7mila unità rispetto a febbraio e aumentato di 213mila unità nei confronti di marzo del 2016.
È proseguita la tendenza alla riduzione, su base annua, delle ore di CIG autorizzate (-25,6%). Sulla base di questa stima si è calcolato che le ore di CIG effettivamente utilizzate – destagionalizzate e ricondotte a ULA – siano diminuite di mille unità in termini congiunturali e 33mila su base annua.
Sul fronte degli scoraggiati è proseguita la tendenza al ridimensionamento: su base annua il calo è di 142mila unità. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato un aumento, in termini congiunturali, di un decimo di punto del tasso di disoccupazione esteso e una diminuzione di cinque decimi nei confronti dell'analogo mese del 2016.
Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d'acquisto sono aumentati del 2,7% su base annua, in deciso ridimensionamento rispetto al +3,2% di febbraio, al rallentamento ha contribuito il rientro delle tensioni inflazionistiche del comparto degli alimentari freschi.In presenza di una dinamica inflazionistica che, seppure non particolarmente elevata, si manterrà anche nei prossimi mesi su valori superiori all'1,5% per la riduzione dell'area del disagio sociale, elemento in grado di restituire anche fiducia alle famiglie, è necessario che l'occupazione torni a crescere a ritmi più sostenuti rispetto a quanto rilevato negli ultimi mesi.

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