Le relazioni It-business minano i progetti Big Data

In base a uno studio realizzato da Talend, gli sviluppi in direzione delle analisi in tempo reale e del self service incontrano difficoltà da superare.

Autore: Redazione ImpresaCity

Otto Cio su dieci pensano di avviare almeno un progetto Big Data nel 2017, secondo uno studio condotto dallo specialista di integrazione dei dati Talend. Le direzioni ritenute di maggior interesse riguardano le analisi in tempo reale (26%), la gestione dei metadati (20%) e la possibilità di mettere a disposizione i dati in self-service (18%). Intelligenza artificiale (10%) e IoT (5%) si trovano più distaccati. L'anno precedente, solo il 40% dei Cio aveva indicato di voler avviare un progetto Big Data nei successivi 12 mesi.
L'indagine, realizzata nel corso dell'evento Talend Connect Emea, ha però fatto emergere anche limiti ancora importanti allo sviluppo di nuove iniziative. In particolare, spicca l'elemento negativo delle cattive relazioni fra dipartimenti It e business, indicate dal 35% dei partecipanti. Seguono la mancanza di budget (23%) e la carenza di personale qualificato (16%). I benefici, in compenso, riguardano soprattutto i processi interni (27%) davanti al customer service (20%), alla riduzione dei costi operativi (17%) e alla creazione di nuove fonti di guadagno (17%).
Rispetto alle scelte proposte, la priorità legata ai Big Data riguarda la governance del patrimonio di dati presenti in azienda (37%), davanti alla qualità dei dati (33%) e all'accesso self service (31%).

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