Oracle
cresce ancora grazie alle soluzioni cloud. I ricavi sono stati pari a 9,2 miliardi di dollari, in aumento del 2 per cento anno su anno. Bene anche l’utile netto: 2,2 miliardi per un salto in avanti del 5 per cento. La grande maggioranza del fatturato trimestrale è stata generata dalla componente software, sia on-premise sia in cloud, che ha generato
7,4 miliardi di dollari (più 4%); in flessione invece il business hardware, con un miliardo di ricavi e un collasso verticale di vendite anno su anno (meno 9%, che sarebbe meno 14% se si esclude l’attività di supporto).
La componente infrastrutturale, ancora minoritaria, ha fatturato 178 milioni (più 17%). Nel complesso, la nuvola dell’azienda è cresciuta del 62 per cento.
“Il nostro nuovo, ampio e ad alto margine business del cloud sta trainando i ricavi totali di Oracle e migliorando praticamente qualsiasi metrica”,
ha spiegato il co-Ceo
Safra Catz, a dicembre entrata nell’orbita di Donald Trump
come suo consigliere.
Il guanto di sfida è diretto a Salesforce.
“Ormai è solo questione di tempo per quando li sorpasseremo in termini di revenue cloud totali”, è il pensiero esplicito dell’altro amministratore delegato della compagnia,
Mark Hurd. I conti di Oracle hanno battuto le aspettative degli analisti, che avevano stimato un utile per azione di 62 centesimi: l’azienda ha invece totalizzato 69 centesimi.
Ma non c’è soltanto Salesforce nel mirino del gigante di Redwood Shores.
“Il nostro IaaS di seconda generazione è più veloce e meno caro di Amazon Web Services”, ha sottolineato il fondatore, chairman e Cto
Larry Ellison.
“Oggi i nostri clienti più importanti possono eseguire i loro carichi di lavoro più impegnativi completamente sulla nostra cloud, qualcosa che è impossibile da ottenere con Amazon”. Il gruppo ha annunciato anche
dividendi per 19 centesimi, un aumento del 27 per cento rispetto ai 15 centesimi del trimestre precedente. Il pagamento verrà effettuato agli azionisti il prossimo 26 aprile.