Tecnologia, la quota rosa è residuale

Secondo l'indagine Ca Technologies - NetConsulting, la quota italiana femminile nell'ambito delle professioni tecnologiche è di appena il 13%

Autore: Valentina Bernocco

E' ancora lontano l'obiettivo delle pari opportunità nel mondo delle professioni Stem (Science, Technology, Enigeering and Math). A distanza di un anno dalla precedente indagine, NetConsulting Cube è tornata a parlare di disparità di genere con uno studio sponsorizzato da Ca Technologies e Fondazione Sodalitas.  

In Italia, la quota rosa all'interno della dimensione Stem è ancora limitata e prevalentemente maschile. E’ questo uno dei risultati più significativi dell’indagine basata su un campione di Responsabili delle Risorse Umane e Direttori dei Sistemi Informativi di 60 aziende italiane (dei settori industria, servizi, finanzia, media, Ict).

Nelle realtà aziendali oggetto dell'indagine, la percentuale di dipendenti e collaboratori che riveste tali ruoli è pari al 30% della forza lavoro totale, fetta di cui però le donne rappresentano appena un 13%. E lo scenario appare ancor meno equilibrato se si osserva come nel 64% delle aziende meno del 10% delle professioniste di ambito Stem ricopra ruoli dirigenziali.



Negare l'esistenza di un gap di genere appare dunque impresa improbabile, eppure qualcuno la tenta. Fra gli intervistati di sesso maschile, il 10,5% dei manager Hr e il 13,8% dei Cio negano che il problema esista, mentre i Cio donne lo riconoscono e nel 46% dei casi pensano anche che sia di sostanziale entità. Il livello di retribuzione delle donne risulta inferiore nel 36% delle realtà, e questa disparità di riconoscimento economico è più marcata nei ruoli apicali.  

Ma perché si contano poche donne in campo Stem? Molti affermano che sia più difficile reperire oppure integrare nel team le professioniste che servono alle aziende: tra gli intervistati, il 43,2% degli Hr manager si è lamentato della mancanza di risorse laureate in discipline tecnico-scientifiche, il 29,7% ha citato lo scarso interesse da parte delle studentesse per questi temi, il 27% ha parlato di scarse esperienze lavorative precedenti, il 21,6% di resistenze culturali interne all'organizzazione e il 18,9% di difficoltà organizzative nell'integrare risorse femminili all'interno del gruppo di lavoro esistente.

Se non si prenderanno provvedimenti, le differenze di opportunità in campo Stem potrebbero accentuarsi in futuro, dato che i profili più richiesti nei prossimi anni saranno proprio quelli in cui la quota rosa è oggi più misera. Da qui al 2020, le professioni più richieste In italia saranno il data protection officer , il digital strategist/digital information officer, l'esperto di cybersicurezza, l'ingegnere Big Data, lo sviluppatore di app mobili, il data scientist (quasi assenti le donne in questo segmento).

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