IoT, meglio pensare alla sicurezza dalla fase di progettazione

A fine 2016, il mondo ha scoperto fino a che punto gli oggetti connessi possono essere vulnerabili. Kaspersky lancia l’allarme e suggerisce come procedere.

Autore: Redazione ImpresaCity

Gli oggetti connessi, almeno oggi, sono poco protetti e sviluppati troppo rapidamente per fare in modo che la sicurezza sia realmente integrata ed efficace. Il campanello d’allarme arriva da Kaspersky Labs, che trae spunto dagli eventi più recenti per sottolineare come sia importante che individui, imprese e produttori prendano coscienza delle minacce che pesano sul futuro dell’IoT e facciano la loro parte per arrivare ad avere una sicurezza integrata dalla fase di progettazione e misure di protezione applicate in anticipo anche rispetto alla prima connessione.
Il mondo si deve preparare al fatto che il “luogo del crimine” del domani sarà l’IoT. La recente che le autorità americane richiesta hanno fatto ad Amazon di comunicare i dati raccolti dai propri dispositivi connessi Echo Dot, nell’ambito di un caso di omicidio (la società non ha però dato seguito alla cosa) conferma il ruolo crescente degli oggetti connessi nelle indagini criminali. Da qui scaturisce l’importanza dell’integrità di questo oggetti. L’argomento appare ancor più critico nel momento in cui diversi sviluppatori stanno già sperimentando software capaci di completare o modificare registrazioni vocali.
Infine, in assenza di protezione, gli oggetti connessi rendono più vulnerabili anche le persone. I fabbricanti di questi prodotti e chi opera nel mondo della sicurezza possono giocare un ruolo fondamentale per ridurre i rischi. Kaspersky lancia l’idea di una cooperazione su larga scala per fare in modo che una solida protezione e la gestione delle patch siano integrate fin dall’inizio, poiché quando il prodotto approda sul mercato è già troppo tardi.

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