Effetto Brexit sulle spese Ict in Europa

Forrester prevede una crescita non superiore allo 0,8% per l'anno in corso. Andamento negativo, soprattutto in campo finanziario e distributivo, per il Regno Unito.

Autore: Redazione ImpresaCity

Dopo aver registrato una crescita del 7% nel 2015, le spese informatiche europee saranno destinate a restare stabili quest'anno, raggiungendo un valore totale di 707 miliardi di euro, con con un progresso appena dello 0,8%.
La previsione arriva da Forrester, che spiega l'andamento con l'incertezza economica e politica provocata dalla decisione dei cittadini britannici di lasciare l'Unione Europea (Brexit), fatto che si aggiunge a una crescita economica già debole. Per questi motivi l'istituto di ricerca ha deciso di abbassare una stima che all'inizio dell'anno era superiore e di anticipare per il 2017 un progresso limitato al 2%.
Il rallentamento più significativo si registrerà, inevitabilmente, nel Regno Unito, dove si attende un progresso del 1,3% nel 2016 è una stagnazione per il prossimo anno, mentre originariamente Forrester aveva previsto crescita rispettive del 4,2 e del 5,3%. Servizi finanziari, distribuzione e produzione, soprattutto nell'industria automobilistica, saranno i settori più colpiti dall' effetto Brexit.
Per contro, diversi paesi estranei alla zona euro registreranno aumenti rilevanti, nell'ordine del 5%: fra questi troviamo la Polonia, la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Svezia.
In generale, software e servizi di consulenza registreranno un andamento positivo, con crescita rispettive dell’1,5 e dell’1,4 %. Le apparecchiature informatiche caleranno del 3,3%, mentre quelle di telecomunicazioni del 1,5%. In leggero declino anche la outsourcing dei servizi di telecomunicazioni, con cali rispettivi dell’1,2 e dello 0,8%.
Dentro un andamento generale poco incoraggiante, si trovano però nicchie in rapida crescita. È il caso delle tecnologie utili per individuare, servire e fidelizzare i clienti, che avevano già segnato un progresso del 13% lo scorso anno, mentre per il 2016 il dato si fermerà al 2,7%.

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