Le ambizioni di Red Hat nello sviluppo dei container

Dal recente Summit, emerge la centralità della tecnologia OpenShift come base per accompagnare le aziende nel percorso end-to-end verso le architetture a microservizi.

Autore: Redazione ImpresaCity

La prossima generazione dell’It sembra destinata a far leva su microservizi, cloud ibrido e DevOps. L'elemento comune fra queste tendenze è rappresentato dai container.
Queste considerazioni di base hanno orientato lo svolgimento del Red Hat Summit americano, nel quale il vendor ha posto in evidenza il proprio modello aperto e l'offerta tecnologica indirizzata alle necessità delle imprese che stanno entrando in una fase di adozione più avanzata delle tecnologie container.
Secondo Red Hat, gli sviluppi in corso hanno bisogno di essere meglio organizzati per risultare anche efficaci e potersi adattare ai processi di business delle imprese. Il vendor ha già articolato un'offerta centrata sul sistema operativo Rhel, Atomic Host e la tecnologia PaaS OpenShift, ma ora ha deciso di estendere le proprie ramificazioni per indirizzare i differenti mi chiedi dei container nelle imprese. Questo significa rendere la tecnologia più facilmente utilizzabile in ambienti professionali, che si tratti di sviluppo, manutenzione, sicurezza o amministrazione.
Nella realtà in cui occorre supportare grandi quantità di utenti, dai quali dipende l'attività stessa, occorre prendere in considerazione aspetti come la sicurezza, la disponibilità e le prestazioni. È qui che entra in gioco OpenShift, strumento PaaS posizionato come piattaforma unica per le implementazioni di container nelle aziende, con l'obiettivo di andare in produzione.
Red Hat ha articolato un'offerta indirizzata agli sviluppatori, con un apposito Development Kit, uno strumento per il test e la valutazione (Container Lab) e la piattaforma per la produzione. Gli ambienti, al momento tutti on premise, troveranno un corrispettivo anche nel cloud pubblico. Allo stesso modo, la versione 3.1.3 di Gluster è stata estesa allo storage persistente per i container.
Sul fronte della sicurezza, infine, Red Hat ha deciso di sfruttare la relazione già esistente con Black Duck, uno specialista nel controllo e nella protezione dei software open source. Per questa via, è stata aggiunta a OpenShift Container Platform un'interfaccia utile per connettersi con strumenti di scansione dei containers stessi.

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