IEEE World Forum on IOT: dose di realismo per una tecnologia ancora emergente

Automotive: lo sviluppo dei cloud veicolari e della comunicazione V2V (da veicolo a veicolo). L’intelligenza deve essere distribuita all’interno della rete. Il nodo sicurezza

Autore: G.F.

Un’utile lezione di sano realismo tecnologico sull’Internet degli Oggetti ( IoT) arriva dalla prima giornata milanese del secondo IEEE World Forum on Internet of Things. Le implicazioni tecnologiche e le messe a punto richieste per rendere reale la quarta ondata dell’informatica rappresentata dall’IoT vanno al di là dei discorsi entusiasti dei vendor e degli osservatori di mercato più superficiali.

Oltre lo scenario economico le implicazioni tecnologie dell’IoT che devono dare vita a un futuro di oggetti interconnessi in modo stretto e in tempo reale richiedono lo sviluppo di innovazioni chiave che hanno il loro impatto non solo nella trasformazione del modo di vivere nel mondo industrializzato ma anche nel regno della ricerca applicata. Mario Gerla (UCLA University per il mondo automotive) e Patrick Wetterwald ( Cisco per l’IoT in generare), l’uno da un punto di vista accademico e l’altro da quello degli organismi di standardizzazione dei protocolli di rete, hanno fornito una messa a punto delle stato dell’arte dopo quello che si può definire come il primo decennio pioneristico dell’IOT.I


n ambito automotive dopo gli esperimenti di Google sull’auto che si muove in autonomia e le prime realizzazioni di Volvo emerge – come ha spiegato Gerla- una nuova strettura di cloud veicolare che si inserisce all’interno di un cloud ormai consolidato ma orientato alla mobilità personale. Il nucleo del ragionamento di Gerla parte dal fatto che a breve l’auto raccoglierà al suo interno sensori, attuatori e reti di comunicazione che ne faranno un vero e proprio ambiente cloud locale e mobile che deve comunicare sia con altri cloud veicolari sia in generale con il cloud come Amazon, Google e altri ci hanno fatto conoscere sui device mobili personali. L’emergere di questi nuovi attori del mondo cloud e di una Fog Network, che si inserisce all’interno del tradizionale ambiente di infrastruttura di rete globale, implica per Wetterwald la necessità di distribuire intelligenza (e sicurezza) all’interno dei singoli gateway e nodi della rete secondo le modalità di sviluppo che Cisco sta mettendo in campo per quella che definisce Internet of Everything in quanto raduna al suo interno oltre agli oggetti anche le persone .L’orizzonte resta quello dei 50 miliardi di oggetti connessi entro il 2020. 

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