Da qualche tempo, in modo abbastanza silenzioso,
Cloudera ha iniziato a operare in Italia, attraverso la definizione di rapporti con partner di vario livello: "
Siamo partiti con quelli che definiamo Global System Integrator - precisa
Alberto Merlini, account executive per il nostro Paese -
ovvero i grandi nomi della consulenza It, con i quali avviare progetti sulle grandi aziende. Ora stiamo lavorando per allargarci verso i boutique partner integrator, che investono sulle competenze verticali, così come verso solution partner, che hanno sviluppato soluzioni costruite sulla nostra piattaforma indirizzata alla gestione dei big data".
Appare naturale, quasi inevitabile, che una società come Cloudera abbia scelto la strada delle partnership per allargarsi sul piano internazionale e accrescere così il proprio business. La società, nata negli Stati Uniti circa sette anni fa, fin dall'inizio ha basato la propria attività sullo sviluppo di una sorta di hub per
gestire i dati strutturati e non, archiviarli, consultarli, analizzarli e proteggerli. Elemento caratteristico della proposta è la scelta dell'
open source, con
Apache Hadoop a fare da base per sviluppi che, in buona misura, sono demandati proprio ai business partner e alla comunità sempre molto attiva negli ambienti aperti.
Nella propria storia ancora breve, la società è già cresciuta in modo ragguardevole e conta oggi su un
organico di 1.100 persone e oltre 1.800 partner nel mondo: "
Abbiamo fin qui più o meno raddoppiato il volume d'affari ogni anno", evidenzia
Charles Zedlewski, Vp Products di Cloudera -.
Ci siamo ampliati soprattutto fuori dal nostro paese di origine e in Europa, in particolare, cresciamo più che altrove. Possiamo dire di aver capito come monetizzare il concetto big data". Come? Attraverso il framework
Cloudera Enterprise e non proponendo soluzioni verticali, che invece sono demandate al lavoro dei partner. In Italia, in particolare, non sono coinvolti solo le grandi multinazionali della system integration (
Accenture o
Cap Gemini, per intenderci) o qualche grosso player locale come
Engineering o
Reply, ma anche realtà meno note ma più specializzate. Spiccano nomi come la romana
IdLike, la toscana
Bnova o
T-Frutta, spinoff dell'Università di Parma.
Cloudera Enterprise si contraddistingue per la capacità di riunire differenti utenti e carichi applicativi in un
singolo insieme di dati sull'infrastruttura comune, su caratteristiche di
sicurezza e
autenticazione integrate nella piattaforma e sull'auditing enterprise-grade, oltre che sulla base Hadoop. Per quanto riguarda il motore di esecuzione analitica, da poco è stata annunciata l'iniziativa
One Platform, che si prefigge di accelerare lo sviluppo di
Apache Spark, anche per contrastare l'avanzata del concorrente
MapReduce, supportato da Google.
L'offerta si è da poco arricchita anche con
Kudu, un sistema open source di
storage Hadoop, che si propone di completare quanto già offerto dalle tecnologie
Hdfs e
Apache HBase per costruire applicazioni analitica in tempo reale basate su dati variabili. Un'altra novità, attualmente disponibile come la prima in versione beta pubblica, è rappresentata da
RecordService, un sistema unificato per l'applicazione di regole basate sui ruoli per Hadoop.
Con queste armi, Cloudera si pone l'obiettivo di raddoppiare il giro d'affari anche in Italia, puntando per il momento soprattutto sulle grandi aziende, con credenziali di partenza come quelli con
Telecom e
Unicredit. Per riuscirci, dovrà essere potenziata la struttura italiana, anche con l'integrazione di competenze ricavate dalle collaborazioni in corso con università come quelle di Torino, Roma, Pisa e con la “Bocconi” di Milano.