Preparazione ancora insufficiente sulla business continuity

Il rapporto annuale di Vision Solutions rileva che due terzi delle imprese non dispone di policy sull’alta disponibilità sui dati spostati in cloud.

Autore: Redazione ImpresaCity

Il disaster recovery e la business continuity dovrebbero essere concetti ormai assimilati dalle imprese e trasformati in pratiche operative efficaci. Ma la realtà non è esattamente questa, stando al rapporto annuale di Vision Solutions, che evidenzia come molte aziende non siano in grado di assicurare resilienza sulle proprie piattaforme It.
Lo studio raggruppa i risultati di cinque indagini realizzate complessivamente su un campione di oltre tremila professionisti It. Gli autori sottolineano soprattutto l’insufficiente preparazione delle imprese a fornire garanzia sulla continuità operativa, tenendo conto della forte ascesa dei data center ibridi e dell’adozione crescente del cloud computing.
Alcuni dati corroborano questa valutazione. Circa il 75% degli interpellati non è in grado di valutare l’incidenza economica dell’interruzione delle attività, mentre fra coloro che hanno subito un blocco nello storage, circa il 50% ha perso dei dati a causa di pratiche di restore poco curate. Inoltre, circa due terzi del campione ha operato una migrazione dei dati importante per paura di interruzioni o mancanza di risorse.
Il cloud privato, ma allocato su infrastrutture esterne è utilizzato nel 57% dei casi, mentre quello ibrido è ancora fermo al 32%, anche se con trend in crescita. Malgrado questa popolarità crescente, circa due terzi del campione ha dichiarato di non disporre di una protezione in materia di alta disponibilità e ripresa delle attività per i dati spostati in cloud.

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