Alle imprese piace più il cloud privato

Dagli analisti di Technology Business Research arriva la conferma che per ora si preferisce riorganizzare all’interno piuttosto che aprirsi alle infrastrutture pubbliche.

Autore: Redazione Impresa City

Molti osservatori concordano sul fatto che il vero cloud computing sia quello oggi identificato con la definizione di pubblico. Portare all’esterno dati, applicazioni o processi significa alleggerire le infrastrutture interne e modificare la composizione dei costi. Tuttavia, le imprese hanno fin qui preferito avvicinarsi al concetto scegliendo la più prudenziale strada del cloud privato, cambiando quindi solo la modalità di fruizione dei servizi It all’interno del perimetro aziendale.
La conferma arriva da una ricerca condotta a livello mondiale (su 2.200 imprese) da Technology Business Research (Tbr). Le stime ricavate evidenziano un tasso di crescita per il private cloud che potrebbe oscillare fra il 40 e il 50% nei prossimi anni. Dagli 8 miliardi totalizzati nel 2010, si è già passati a 32 miliardi nel 2013 e la previsione è di raggiungere 69 miliardi nel 2018.
Secondo lo studio di Tbr, le imprese mostrano ancora riserve sui temi della personalizzazione e della sicurezza riferiti al cloud pubblico. Al contrario, hanno fin qui riscosso grande successo le offerte di cloud privato gestite da fornitori terzi, soprattutto presso le realtà di grandi dimensioni, proprio perché vengono giudicate più affidabili per la protezione dei dati e la personalizzazione dei servizi.

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