E i prezzi online sono più stabili rispetto a quelli offline. Le conclusioni di uno studio sull’e-commerce nell'Unione Europea di TEHA Group e Amazon
Autore: Redazione ImpresaCity
L'e-commerce contribuisce a contenere l'inflazione, senza danneggiare la crescita del PIL, e i prezzi online sono più stabili rispetto a quelli offline.
Sono le conclusioni principali di un recente studio condotto da TEHA Group (The European House Ambrosetti) in collaborazione con Amazon, intitolato "The disinflationary effect of e-commerce. An analysis for Europe".
L’analisi prende le basi da un precedente lavoro di TEHA Group del 2023, dal titolo "E-commerce: percezioni ed evidenze sui benefici per i cittadini, le imprese e l’economia italiana". Questo report concludeva che in Italia i prezzi online erano più stabili rispetto ai livelli generali dei prezzi, e che senza l'e-commerce l'inflazione sarebbe stata molto più alta: mediamente del 5% in più sui sei anni precedenti. Una tesi che è stata successivamente confermata al di fuori dell'Italia: altri paesi come Francia, Irlanda e Australia, spiega TEHA, avvalendosi della sua metodologia, sono giunti alla stessa conclusione.
In questo quadro, lo studio "The disinflationary effect of e-commerce” appena presentato amplia l'analisi a livello europeo ed esamina la relazione tra e-commerce, prezzi e inflazione nell'Unione Europea. Una relazione fondamentale per capire come i mercati digitali influenzano l'inflazione nelle diverse economie, indirizzando il lavoro di regolamentazione del settore del commercio al dettaglio per proteggere i consumatori e garantire la crescita.
Anche l'inflazione nell'UE è diminuita dopo aver raggiunto un picco dell'8,3% nel 2022, si prevede che rimarrà alta nei prossimi anni (con stime dell’1,6% nel giugno 2026 e 2% nel giugno 2027), esercitando pressione sui consumatori, sottolinea TEHA Group.
Allo stesso tempo, l'e-commerce continua ad espandersi, e raggiungerà 898 miliardi di euro di ricavi B2C nel 2025 (+50,4% rispetto al 2019), spiega il report, citando elaborazioni TEHA su dati di Ecommerce Europe. In tutta Europa, le vendite online rappresentano ormai il 14,4% del totale del fatturato retail, mentre in Italia questa incidenza nel 2025 è arrivata all’11,2%, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2024.
Oltre alle tesi citate all’inizio, secondo cui appunto l'e-commerce contribuisce a contenere l'inflazione, e i prezzi online sono più stabili rispetto a quelli offline, lo studio di TEHA Group ha raggiunto altre due importanti conclusioni.
La prima è che l'espansione dell'e-commerce nell'Unione Europea porta a una riduzione dell'inflazione: un aumento di 1 p.p. (punto percentuale) della quota di acquirenti online riduce l'inflazione fino a 0,073 p.p. nell'UE, con un beneficio economico diretto per i cittadini: in 5 anni, ogni famiglia dell'UE ha risparmiato circa 4400 euro (880 euro all'anno).
La seconda è che dal 2020 al 2025 i prezzi medi online nell'UE sono stati inferiori di 6,9 punti percentuali rispetto ai prezzi offline, con i prezzi online che hanno giocato un ruolo di stabilizzazione frenando l'inflazione complessiva: per ogni aumento di 1 punto percentuale dei prezzi online, la crescita dell'inflazione rallenta di 0,018 punti percentuali.