Istat: in calo ma comunque molto elevato il vantaggio occupazionale della laurea

Tuttavia, il tasso di disoccupazione dei laureati (3,2%) è significativamente più basso rispetto a quello dei diplomati (5,3%) e di coloro che hanno al più un titolo secondario inferiore (9,1%).

Autore: Redazione ImpresaCity

Secondo un recente studio Istat, nel 2024, il tasso di occupazione dei 25-64enni (70,1%) raggiunge l’84,7% tra coloro che possiedono un titolo terziario, un valore superiore di 10,7 punti a quello di chi ha un titolo secondario superiore (74,0%) e di 29,7 punti a quello di chi ha conseguito al più un titolo secondario inferiore (55,0%). 

D’altra parte, il tasso di disoccupazione dei laureati (3,2%) è significativamente più basso rispetto a quello dei diplomati (5,3%) e di coloro che hanno al più un titolo secondario inferiore (9,1%). Tra il 2023 e il 2024, l’aumento pari a 1 punto del tasso di occupazione è il risultato dell’aumento di +0,9 punti tra chi ha al più il titolo secondario inferiore, di +0,7 punti per i titoli secondari superiori e di +0,4 punti per i titoli di studio terziari. Nonostante dunque le differenze per titolo di studio si riducano leggermente, si conferma l’evidente “premio” occupazionale dell’istruzione, in termini di aumento della quota di occupati al crescere del titolo di studio conseguito.

Le opportunità occupazionali per chi raggiunge un titolo terziario rimangono comunque inferiori a quelle medie europee: il tasso di occupazione dei laureati nell’Ue27 (87,8%) è superiore a quello dell’Italia di 3,1 punti, una differenza leggermente inferiore a quella osservata per coloro in possesso di un titolo secondario superiore e per chi ha al più un titolo secondario inferiore (4,3 punti e 4,1 punti).


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