Kyndryl Italia apre il nuovo headquarter nel cuore di Milano, un progetto che va oltre lo spazio fisico, segnando un passaggio significativo nella strategia dell’azienda di consolidare la propria presenza in Italia e collaborare con aziende, partner e l’intero ecosistema, creando un punto di riferimento di crescita e modernizzazione nazionale
Autore: Barbara Torresani
Non un semplice trasloco: la nuova sede di Kyndryl inaugurata i primi di novembre nel centro di Milano, non è solo una sede più ‘bella’ della precedente dal punto di vista architettonico; è l’ennesimo passo di un cammino di trasformazione che porta Kyndryl a essere esattamente come la sua nuova ‘casa’: moderna, innovativa, tecnologica, centrale.
Il discorso di inaugurazione del Presidente della filiale italiana Paolo Degl'Innocenti di fronte a istituzioni, partner e clienti non poteva che essere così, guidato dalla passione; una passione condivisa con i colleghi che hanno intrapreso questa nuova avventura partita nel novembre del 2021.
Un cammino tra persone che remano nella stessa direzione in un mare non sempre calmo, anzi, talvolta un po' in tempesta: “Sin dalle nostre origini siamo stati ‘condannati’ alla trasformazione. Non potevamo scegliere di abbracciare lo status quo e rimanere fermi invece di trasformarci e innovare, per un semplice motivo: abbiamo trasformato una divisione in un'azienda. Non eravamo un'azienda, eravamo una divisione di un'azienda più grande. Abbiamo quindi costruito un'azienda laddove era una divisione”. Sottolineando che: i nuovi spazi offrono vicinanza e accesso alla combinazione delle innovazioni tecnologiche con la consulenza distintive di Kyndryl, ponendosi come trusted advisor per affiancare le aziende nel loro percorso di crescita e internazionalizzazione su scala globale.
Degl'Innocenti descrive le tre fondamenta portanti di questa realtà: persone, competenze e asset: “una combinazione virtuosa capace di generare valore per i clienti”.
A partire dalle persone: “A novembre del 2021 in Italia eravamo 1.600 persone. Nel corso di un quadriennio abbiamo accolto 969 nuovi colleghi in azienda, di cui i primi 600 nei primi 9 mesi di vita dell’azienda”. E in un'industria a elevatissimo turnover come quella dell’IT, in cui un nuovo dipendente non resta in azienda oltre i 18 mesi, in Kyndryl il 70% delle persone è ancora in azienda: “Un grande motivo di orgoglio: credo che la gente scelga di restare in Kyndryl perché riconosce un cammino di solidità e di cultura aziendale. Un'azienda in fondo è un insieme di valori e, prima ancora, un insieme di persone”, enfatizza Degl'Innocenti, ricordando che nel 2025, Kyndryl Italia ha ricevuto la certificazione di Great Place to Work, “un premio non ereditato dalla corporation, ma ricevuto come Kyndryl Italia, rilasciato dall'omonimo ente indipendente esterno che tra i criteri di valutazione contempla le relazioni fra dipendente e datore di lavoro in termini di infotainment, di opportunità professionali, di rispetto, ovvero di una scala valoriale che i dipendenti ci hanno riconosciuto.”
C’è poi il tema della crescita professionale, del know-how e delle competenze. Il 4 novembre del 2021, all’avvio di Kyndryl Italia, le 1.600 persone a bordo avevano un paniere di 880 certificazioni. A fine settembre 2025, meno di quattro anni dopo, Kyndryl Italia vanta un portafoglio di oltre 2.500 certificazioni: “sono triplicate, coprendo molte aree, soprattutto quelle in cui la domanda dei clienti ci sollecitava a crescere. Nel cloud, sono passate da 121 in gran parte su stack IBM a oltre 700 sulle piattaforme cloud più diffuse a livello mondiale. Nell'ambito della sicurezza, costruita in house, Kyndryl è passata da 10 certificazioni alle attuali 330”. Oltre a ciò, nel 2025 l’azienda ha erogato 62mila ore di formazione interna alle proprie persone, e solo nei primi nove mesi dell'anno, ne ha erogate più di quelle erogate in tutto il 2024: “Abbiamo la consapevolezza che per crescere, dobbiamo essere una 'learning organization’. Dobbiamo imparare e adeguarci a ognuna delle discipline indirizzate dalla nostra azienda; solo così si può stare sul mercato”.
E poi ci sono gli asset. Kyndryl Italia è un'organizzazione locale, ma è parte di una corporation globale: “Il più grande errore che potremmo fare è isolarci dalla corporation che ci dà asset, valori, strumenti da sfruttare per portare valore ai clienti italiani”, dice Degl'Innocenti.
Un esempio calzante di condivisione di asset arriva dal Kyndryl Innovation AI Lab aperto di recente a Liverpool – si affianca a quelli già esistenti distribuiti nel mondo - che accoglierà presto un migliaio di data scientist, ingegneri e sviluppatori dedicato al 100% al tema dell'intelligenza artificiale, in particolare all’Agentic AI. “Il laboratorio di Liverpool rappresenta l'asset messo a disposizione delle aziende per costruire progettualità in grado di far fare il 'quantum leap' necessario all’intelligenza artificiale”. In quest’ambito, per esempio, Kyndryl sta lavorando con il Governo degli Emirati Arabi con l’obiettivo di affiancarli in un'importante iniziativa di AI Native Government. Un esempio di ciò che l’azienda vuole fare nel prossimo futuro: “Vogliamo lavorare in Italia facendo leva sugli asset forniti dalla corporation ma anche quelli sviluppato localmente per abbattere un ‘divide’ di tecnologia e di cultura, per far sì che questo viaggio verso la trasformazione e l'innovazione sia di successo”, chiarisce Degl'Innocenti.
Questo è ciò che Kyndryl si propone di fare oggi grazie a competenze e progetti concreti che possono scalare l'innovazione in senso vero e concreto: “L’adozione costante di nuove tecnologie e l’ampliamento continuo di competenze e capacità da parte di Kyndryl contribuiscono all’evoluzione di sistemi critici che sostengono il progresso di migliaia di clienti nel mondo. Questi nuovi spazi offrono vicinanza e accesso all’unione delle innovazioni tecnologiche con la consulenza distintive di Kyndryl, che si pone come trusted advisor per affiancare le aziende nel loro percorso di crescita e internazionalizzazione su scala globale”, conclude Degl'Innocenti.
Un occhio di attenzione va appunto all'AI a cui tutti guardano, ma che stenta a trasformarsi in progettualità concrete, come emerge da una ricerca del MIT, secondo cui, ben il 95% delle organizzazioni non riesce a portare in produzione i progetti di GenAI.
Un tema osservato da Kyndryl che di recente ha pubblicato la seconda edizione del Kyndryl Readiness Report, coinvolgendo 3.700 C-Level in 21 Paesi, che rileva un momento di forte slancio ma anche di riflessione sul tema. Le aziende iniziano a registrare ritorni sempre maggiori dagli investimenti in intelligenza artificiale, ma devono affrontare la crescente pressione per modernizzare le infrastrutture, scalare i progetti di innovazione, riqualificare la forza lavoro e gestire i rischi in un contesto normativo sempre più frammentato.
Secondo Kyndryl esiste un divario tra ambizione e preparazione, con le imprese che cercano di trovare il valore trasformativo dell’AI. Il 90% delle organizzazioni ritiene di disporre degli strumenti e dei processi necessari per scalare l’innovazione, ma oltre la metà è frenata dal proprio stack tecnologico. Meno di un terzo ritiene che i dipendenti siano realmente pronti per l’AI. “Colmare questo divario rappresenta al tempo stesso la principale sfida e la maggiore opportunità per il futuro”, spiegano i vertici aziendali.
Lo spaccato italiano riflette un equilibrio tra entusiasmo e cautela, concretezza e nuove sfide. Secondo il report, il 77% dei leader italiani afferma di sentire una pressione crescente nel dimostrare ritorni concreti dagli investimenti in intelligenza artificiale, una percentuale nettamente superiore alla media globale (61%). Nonostante questo, l’investimento in AI è comunque aumentato del 37% (contro il 33% globale), a conferma di un impegno crescente verso l’innovazione. Solo il 27%, però, considera la propria organizzazione completamente pronta ad affrontare rischi futuri. Tuttavia, l’Italia si distingue per un approccio pragmatico: se da una parte il 62% ritiene che le infrastrutture IT non siano ancora adeguate e il 51% ammette che l’innovazione è spesso rallentata proprio da tecnologie legacy, il 47% sta già investendo nel rinnovamento delle infrastrutture, con un’attenzione crescente alla sicurezza informatica.
Il capitale umano resta un fattore decisivo per il successo dell’intelligenza artificiale. In Italia, il 43% dei leader segnala la mancanza di competenze tecnologiche come principale ostacolo per sfruttare appieno le opportunità offerte dall’AI, e il 40% indica la necessità di rafforzare i programmi di formazione e reskilling. La cultura aziendale e la rapidità decisionale si confermano leve strategiche per favorire l’allineamento tra leadership, tecnologia e persone.
In questo scenario, Kyndryl vuole accompagnare l’adozione responsabile dell’intelligenza artificiale. L’azienda, come ha ben spiegato Kim Basile, Kyndryl Chief Information Officer (nella foto di apertura), presente all’inaugurazione, di recente ha annunciato nuove funzionalità per il Kyndryl Agentic AI Framework, che accelerano l’adozione su larga scala dell’intelligenza artificiale in diversi settori. La competenza dei consulenti Kyndryl, unita al più recente know-how di partner tecnologici e hyperscaler, saranno a disposizione per supportare le aziende nella governance dell’AI: “La trasformazione innovativa è un viaggio da compiere con i partner corretti come Kyndryl, che affianca le organizzazioni mettendo al centro la tecnologia ma ponendosi sempre come un’azienda di persone che valorizza le relazioni,” conclude Kim Basile.